(La Tempesta 2007)
L’universo dell’alt-metal ha dei nuovi eroi: si tratta de Il Teatro Degli Orrori. Nata nel 2005 dall’incontro degli ex One Dimensional Man Pierpaolo Capovilla (voce), Francesco Valente (batteria) e Giulio Bavero (basso e chitarra) con Gionata Mirai (chitarra e voce dei Super Elastic Bubbole Plastic), la band propone infatti un sound che incrocia Jesus Lizard, Melvins, Birthday Party ed il prog dei King Crimson con spunti della canzone d’autore e dell’indie storico nostrano.
Suoni chitarristici robusti e spigolosi, una sezione ritmica dedita a continui cambi di tempo ed un recitato sopra le righe (Capovilla sembra ispirarsi ai monologhi di Carmelo Bene) sono gli elementi che contraddistinguono le 11 tracce del disco.
Il brutale riff d’apertura di Vita Mia chiarisce subito le idee e fa capire all’ascoltatore di che pasta è fatto questo Teatro Degli Orrori. La successiva Dio Mio è animata da un saltellante tempo dispari, mentre E Lei Venne! ha un umore da film horror, con quel giro di basso minaccioso, il cantato psicotico e l’esplodere delle chitarre nel ritornello. Compagna Teresa è invece la storia di amore e morte ai tempi della guerra partigiana: in essa, dolore ed adrenalina rock sono un tutt’uno.
Alla pessimista title-track, ritratto di un umanità che ha smarrito se stessa ed il senso del tutto (“abbiamo perso la memoria del ventesimo secolo/comunque sia… abbiamo perso”), seguono la trascurabile Scende La Notte e soprattutto l’energica ed irresistibile Carrarmatorock!, insieme uno degli highlight e la canzone più politica del disco. Il Turbamento Della Gelosia, con la sua tensione emotiva, il senso di sconfitta e il dolore profusi nel testo, esemplifica perfettamente i tratti salienti dello stile del gruppo. I fraseggi di chitarra dal sapore blues-rock di Lezione Di Musica e la disperata malinconia de La Canzone Di Tom (altro pezzo trascurabile), che finge di essere acustica nella prima metà per poi elettrificarsi nella seconda, precedono la chiusura affidata a Maria Maddalena, brano monumentale per durata (oltre otto minuti) e scrittura che, per la magniloquenza dell’intreccio tra chitarre ed archi, richiama alla memoria le suite progressive dei primi King Crimson.
Insomma, con “Dell’Impero Delle Tenebre”, Il Teatro Degli Orrori ha scritto una pagina significativa del rock indipendente ed alternativo made in Italy, realizzando un disco assolutamente degno di stare accanto ai capolavori dei CCCP e dei Massimo Volume.
Voto: 8
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