Due Recensioni A Confronto, Siori E Siori!
Recensione di Marco Loprete
Eugénie ‘Qui Ed Ora!’ (Riff/Load Up Records 2006)
Disco non perfettamente riuscito, questo “Qui Ed Ora!” degli Eugénie, formazione altoatesina costituitasi nel 2000 e con alle spalle già una discreta esperienza live (la band ha diviso il palco con gente come Tre Allegri Ragazzi Morti, Prozac+, Otto Ohm, Delta V ed altri). Non perfettamente riuscito, si diceva, perchè se da un lato si apprezza in alcuni momenti l’abilità di Davide Terrazzi (voce e chitarra), Davide La Rocca (batteria), Morgan Silvestri (chitarra), Andrea Montali (basso) e Lorenzo Masè (violino) nel costruire pezzi di rock teso e vibrante, dall’altro non si può non notare una certa monotonia nella scrittura e negli arrangiamenti – per non parlare dei testi, al solito nota dolens del rock “cantautorale” italiano.
Vale comunque la pena di concedere una chance all’ascolto di L’Atto Imperfetto, Preso Dentro Preso Fuori (dall’emozionante crescendo finale), Sei Un’Ora, una buona ballad rock, e La Rincorsa Dei Pensieri, con le sue divagazioni psichedeliche – se non altro per via del loro innegabile pathos e del senso di urgenza che vi è profuso che pare sincero. Il resto del disco, invece, si assomiglia un po’ tutto e si fa fatica a ricordarlo.
Chissà, magari è solo questione di tempo: forse tra qualche anno, gli Eugénie sfodereranno un capolavoro, costringendoci a rimangiarci tutto. Nell’attesa, però, le perplessità rimangono. E il voto non può che essere insufficiente.
Voto: 5
Eugénie MySpace Page
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Recensione di Vittorio Lanutti
Eugénie ‘Qui ed ora!’ ( Riff/Load Up Records/Venus/2007)
Finalmente distribuito, anche se con cinque mesi di ritardo rispetto alle previsioni gli alto atesini Eugénie superano brillantemente la prova del secondo. I nostri, infatti, con “Qui ed ora!” danno il seguito a “Ciò che vorrei”. Gli undici brani di questo cd sono tutti compatti, grazie all’eccellente lavoro fatto da David Lenci in cabina di regia nel Red House di Senigallia, in un rock italiano con delle evidenti venature hard. I due chitarristi, infatti, spesso si dilettano ad intrecciarsi (su tutte spicca Preso dentro preso fuori), grazie alla base ritmica che fa un lavoro portentoso dando spessore al sound, il bassista ed il batterista fanno un lavoro magistrale ne L’odio che provi, mentre i violini spesso hanno un ruolo di completamento ( Sei un’ora), contribuendo in più occasioni a rendere melodici alcuni pezzi che altrimenti sarebbero troppo vicini al metal. Il brano più indie è La rincorsa dei pensieri, che si avvicina molto agli ultimi Mission of Burma, per come il noise si intreccia con una base new wave intrigante.
Voto: 8
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