Esce il primo romanzo della serie narrativa Made in Castelvecchi. Una complessa storia di amore-odio dai tratti spigolosi, ambientata nella calda Spagna degli anni ’80.
Di Sergio Eletto
Imma Turbau “Il Gioco Dell’Impiccato” (Edizioni Castelvecchi 2007)
Imma Turbau è una giornalista di professione che risiede a Madrid ed una passione forte come la scrittura ha fatto si che giungesse a compiere il primo romanzo della propria vita-carriera.
Il “Gioco Dell’Impiccato” è una storia che, anche se venata da profondi istanti di tenerezza, lascia cogliere (volutamente) un aspro spaccato di amore (con un mix di acidulo odio e irriverenza) che accompagna da sempre due giovanissimi ragazzi, attraverso il loro cammino adolescenziale, sino alla maggiore età.
La Turbau narra la vita, i caratteri articolati di Sandra e David, entrambi conosciuti e cresciuti all’interno del medesimo barrio: uno di quei quartieri spagnoli dove tutti conoscono tutti e dove la stessa autrice tiene a indicare tali luoghi, allo stesso tempo, come magici e maledetti; assembramenti umani in cui la gente è per antonomasia definita, o meglio ancora battezzata con orgoglio, ’gente de toda la vita’.
Sandra e David incarnano due personalità al 100 % contrapposte; nella prima osserviamo una giovane figura dal carattere deciso, assediata da una sete insaziabile di interessi e conoscenza, devota al massimo nello studio scolastico e nella scoperta del mondo in tutti i suoi anfratti: dai libri alla musica, dalla cultura alternativa all’arte calligrafica, passione che pian piano si tramuterà da primario interesse a vero e proprio scopo professionale. Il secondo, invece, lo scorgiamo come il rovescio della medaglia: classico bullo di quartiere, teppa-portatore d’incubi dei ragazzini più deboli, sempre pronto a dimenarsi tra risse furibonde e motori roboanti, ma anche personaggio introverso e timido che mal riesce ad esprimere i propri sentimenti e che per un po’ mantiene anche una passione verso la chitarra, sognando da grande di diventare un mito del rock.
Sarebbe facile, quindi, dedurre che delle anime così contrastanti non si accostino neanche per un minuto ma, al contrario, come anche la legge dei poli contrapposti più di una volta ci ha insegnato nella vita, i due avvieranno un rapporto, prima d’amicizia e complicità, poi di amore ‘diretto’ che si sfamerà di ‘canoni a-tipici’, a tratti morbosi e aggressivi (soprattutto per quanto concerne il piglio da guerriero di strada e da macho di David) in cui, ad esempio, anche la scoperta reciproca del sesso si compie tramite comportamenti e pratiche non convenzionali. Nel corso di questo ‘proibitivo’ itinerario adolescenziale, oltre ad una serie di varie peripezie e avvenimenti che lascio al lettore scoprire, si verificherà un (mis)fatto piuttosto grave: un oscuro segreto che unirà i due, facendo costantemente da ombra ‘nociva’ al loro menage.
La Turbau adopera una scrittura semplice, nitida e lineare, rilasciando a Sandra il compito di narrare in prima persona gli eventi, partorendo la storia dal presente, durante una speciale notte dedicata ai ricordi, in cui deciderà (o forse, si vedrà costretta) di (ri)evocare il passato, la persona di David e il suo originale modo di amare.