(New Albion 2007)
L’aspetto trenteoisesco della copertina può già orientare sul mood di questo musicista turco (di Istanbul) già sverginatosi presso il pubblico internazionale sia attraverso qualche pubblicazione a nome proprio sia attraverso la partecipazione ad alcune compilation (fra le prime segnalerei “A Walk Through The Bazar” su Locust e fra le seconde “Russolo 2002” e “Russolo 2003” della Fondazione Russolo-Pratella), ma nella realtà i punti di contatto con quanto è stato pubblicato dall’etichetta di Bernhard Günter sono limitati al dispiegamento di una vena sottile, delicata e meditativa. E invece c’è in “Altered Realities” una ricerca intenzionalmente melodica in grado di differenziarlo da essi. Helvacioğlu suona la chitarra mettendo in opera, in tempo reale, un fervido gioco di trattamenti digitali e questo, in un momento in cui escono miriadi di dischi attestati su buoni livelli, è un particolare che può fare la differenza. Chiaramente ai particolari tecnici devono fare riscontro dei risultati validi e “Altered Realities”, anche sotto questo punto di vista, ha diversi punti da spendere. Fuori dal caos del Kapalıçarşı, che faceva da probabile sfondo al disco su Locust, Helvacioğlu induce attraverso questa musica ad uno stato contemplativo dell’esistenza, seppure alterata da fragili e soffici manipolazioni digitali. È un invito ad affacciarsi sul Bosforo dove scorre il traffico secolare dei mercanti, o a riposare lo sguardo con i colori tenui della Sultan Ahmet Camii, o a misurare la storia sulle pietre di Hagia Sophia, o ad andare oltre il Topkapi nel tentativo di comprendere la decadenza … perché è lì, dove l’Oriente incontra l’Occidente, che si frangono i sogni di queste realtà alterate. Erdem Helvacioğlu: un nome nuovo che emerge dalle fantasie di una città immortale.
Voto: 7
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Autore: sos.pesa@tin.it