(Ohm Recordings 2007)
Per descrivere la musica dei Dragons si può cominciare col fare due nomi: Joy Division e Depeche Mode. Sono infatti questi due i principali riferimenti musicali del duo inglese, composto da Anthony Tombling Jnr. e David Francolini. Le dieci tracce di questo debut album si configurano dunque come una miscela di dark-wave e romanticismo sintetico. Contrariamente a molti altri gruppi in circolazione oggigiorno, però, i Dragons non hanno solo i suoni giusti, ma anche le canzoni: il risultato è un disco riuscitissimo, che trasuda sincerità e talento da tutti i pori.
La fusione di rock ed elettronica proposta dal gruppo è particolarmente efficace in brani come Obedience, Condition, Treasure, Epiphany, Where Is The Love e Lonely Tonight, oscure, malinconiche e depresse come nella migliore tradizione del dark rock, ma corredate da batterie elettroniche e tastiere degne del sinth-pop anni ’80.
Assieme a Interpol (oggi un po’ in affanno, a dire il vero) ed Editors, i Dragons rappresentano tutt’ora il lato meno derivativo e plastificato (e dunque più avvincente) del new wave revival.
Voto: 8
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