(P. R. Records 2007)
Dal primo frammento di quest’album si coglie l’idea di un progetto che rende opera tutto l’ascolto. La divisione genetica del gruppo, che è manifestabile già dal loro nome-stendardo, arriva a spaccare l’album in tre fasi che i classici musicisti chiamavano e chiamano atti..
La concettualità di questo lavoro viene sviscerato anche in copertina con i tratti di una testa senza veli che palesa l’irrimediabile conflitto tra assorbimento di follia e ricerca di stabilità. Al di là di ogni desiderio d’esplicitazione di pensiero, “Altered Education” è fatto di sonorità contrastanti e familiari. Senza cadere nel paragone banale ed inadeguato di una tendenza rock fine anni ’70, tutto l’impatto sonoro sembra uniforme, a tratti si riescono a percepire anche dei silenzi non tanto di fondo. La miscela di psichedelia e di folk effettato non rientra nella scaletta di una programmazione ordinata, ma è un’ondata libera e intuibilmente istintiva. Le distorsioni trovano sfogo nel primo atto dove c’è una chiara didascalia di durezza nei testi amareggiati. Dust è l’ultimo anello del primo atto e qui sono rintracciabili dei tempi molto cadenzati, la batteria sembra una terza chitarra più che un elemento ritmico. Il riff della chitarra non rincorre alcuna chimera d’originalità tuttavia è un viatico per la melodia vocale che sembra quasi soffocata, ma che lascia spazio al coinvolgimento che poi si trova a danzare con lo stridere delle chitarre.
Il secondo atto è la testimonianza del lato romantico ed è il passaggio più riuscito per la naturalità dell’esecuzione. Tutto molto morbido con le chitarre che non s’inseguono e con la voce che trova la sua dimensione ideale. Waiting for his return è senza dubbio la più delicata dell’album, qui c’è la composizione migliore dal punto di vista dell’esplosione finale. La stesura di questo pezzo sembra assolutamente pura senz’alcuna forzatura stilistica, arriva al solo con armonia e senza particolari stacchi.
Il terzo atto è suddiviso a sua volta in due parti. La prima lascia cadere un’atmosfera ricercata di suoni accattivanti che si spingono fino alla ballata Wait, la quale senza dubbio appartiene a quella categoria di canzoni che non escono dalla testa per l’immediato impatto. La seconda parte di questo terzo atto è forse il più programmato per quel che riguarda il messaggio, perché è proprio quest’ultima parte a chiarire il senso di divisione tra l’aspetto ordinato di una quotidiana realtà e i turbamenti di un’irrequieta follia. Questo contrasto si sparge in Bad Road ed in Good Road. In quest’ultima ha l’incredibile capacità di rappresentare una situazione sterile, gli strumenti musicali circondano il fantomatico personaggio che si arrende alla banalità: è senza dubbio un esposto di buona scena comica. Il tutto si chiude con l’epilogo Useless Heroes e non poteva andare meglio visto che questa traccia delinea l’inaspettata maturità artistica del quintetto che non lascia trasparire il pensiero di un esordio. Tutto ben assortito, non ci sono segni di esperimenti mal riusciti o estremi appoggi a pseudo filoni musicali. Personalità ed indiscusso orizzonte. L’unica minaccia per la loro creatività è quella di non riuscire a svincolarsi dall’estenuante ricerca del messaggio. Una volta che l’anima della band riuscirà a trovare l’essenza libera sarà sicuro esplosione. ‘Altered Education’ regala climi e cosmi che fanno molto comodo anche a dei progetti cinematografici proprio per la loro facile donazione d’immaginazione.
Onore ad un lavoro che si presenta come disco d’esordio di una band che ha ben poco d’esordiente.
Per informazioni: www.myspace.com/psychopathicromantics
Voto: 10
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Autore: jenzo_s@hotmail.it