(Ayler Records 2007)
Davvero astuta e schietta questa prima session a due tra il sassofonista tenore Jeff Marx e il batterista Jeff “Siege” Siegel, i quali già avevano stretto un melange operativo in un quartetto che comprendeva anche Dave Douglas e John Esposito. L’intesa tra i due è superiore alla media e sorvola con stabilità tutte e dieci le composizioni: partiture che hanno un’origine mista, conglobano scritti individuali e cooperativi dei due protagonisti e cinque siglati John Esposito, pianista cui piace shakerare cocktail con influssi di – Harlem – stride piano, reminescenze swing-bop e ‘parlate’ improv, più attinenti al calare del XX°. Con un simile preambolo si incrementa la curiosità dell’ascolto, per via di cosa possa sbocciare da un duo di sax e batteria, ‘incrostato’ da zone free, con del materiale di un musicista che basa la propria ricerca con una forma – quale lo stride – originata essenzialmente per lo spettro del pianoforte. Per fortuna, lungi essere il jazz un codice espressivo allineato tra rigide convenzioni e ben ne è consapevole la coppia Marx / Siegel che, con non chalance, sciorina decorazioni corpose e spiritual, arie che rivitalizzano la vecchia New Orleans e altre ancora che mirano a canovacci decisamente più radicali (Esposition primeggia su tutte). Vi sono elementi in queste improvvisazioni che riportano in auge Charlie Parker, l’era (più) free di ‘Trane e quella meno etnomusicologica di Don Cherry. Tutto ben intrecciato dentro un unico spettacolo.
Per informazioni:
www.jeffmarxmusic.com
www.jeffsiegeljazz.com
Voto: 7
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