(Loog/Universal 2007)
La tradizione dell’horror-punk/hardcore e della dark wave rivive nella musica degli Horrors. Umori morbosi, accelerazioni furiose, distorsioni chitarristiche, cupi rimbombi di basso, canto psicotico: nelle dodici tracce di “Strange House”, album di debutto della band, ci sono tutti gli ingredienti del genere (quelli introdotti da gruppi come i Misfits e i Christian Death del compianto Rozz Williams), riproposti però non in maniera pedante, ma con genuinità, freschezza, convinzione.
Tracce come Count In Fives, Draw Japan, Gloves, She’s The New Thing, Sheena Is A Parasite, la strumentale Gil Sleeping, i sei minuti di A Train Roars e la saltellante Death At The Chapel, arricchite dallo scatenato organetto di Spider Webb che non fa altro che accrescere il senso di tensione che si respira minuto dopo minuto, brillano di una furia (sonora e non) che è sincera e non artefatta. Le composizioni appaiono tutte solidissime, la produzione esalta in maniera perfetta l’attitudine folle ed anarcoide del quintetto, le chitarre di Joshua Von Grimm svolgono un lavoro egregio (così come la sezione ritmica composta da Thomety Furse al basso e Coffin Joe alla batteria) e le urla psicotiche di Faris Badwan riescono a far breccia nello stomaco (e nelle orecchie) dell’ascoltatore.
Semplicemente un grande disco.
Voto: 9
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