(Wallace Records/ Audioglobe 2007)
Un inizio in sordina: poca musica (in senso lato) e poche idee (in senso stretto). Dieci buoni e abbondanti minuti di tepore sonoro che fanno temere il peggio. Un silenzio “artistico” mai sul punto di rottura, poco pathos e poco dialogo tra strumenti. Qui Jim O’Rourke o William Winant sembrano poco più di un miraggio.
Tutti difetti di comunicazione sonoro/emozionale di ”Brevi momenti di presenza” che i fiati si portano via da metà cd in poi. Ed è acqua al mulino. Proprio quei fiati che, sopravvissuti a dieci noiosi minuti, trovano ritmo, convulsione e frenesia. Un senso (jazz) che purtroppo sul finire si perde di nuovo per un nuovo silenzio artistico.
Bene a metà, malino prima e dopo (6½).
Voto: 6
Emanuele Carbini
Autore: carbeman@virgilio.it