Veronica Raimo ‘Il dolore secondo Matteo’

 

Di Marco Loprete

marcoloprete@yahoo.it

Matteo Carnevale è quello che si dice un gran bastardo. Patologicamente incapace di provare dolore, si diverte ad osservare quello degli altri; è indifferente a tutto, non chiede nulla alla vita, è completamente sprovvisto di senso dell’umorismo ed incapace di amare. Quando, di ritorno da un matrimonio, incontra su un treno il giovane Filippo, ribelle e romantico figlio di una famiglia di impresari di pompe funebri, accetta la sua proposta di lavorare nell’azienda dei genitori come impiegato. Ben presto i due intrecciano una relazione omosessuale. A scompaginare le carte in tavola ci pensa Claudia, una bella ragazza che un giorno irrompe nella vita di Matteo a seguito della morte del padre. Comincia allora un triangolo sentimental-sessuale che avrà un esito imprevedibile.

Con la sua opera d’esordio, Veronica Raimo (già traduttrice per svariate case editrici, tra le quali la stessa Minimum Fax, e collaboratrice di riviste e quotidiani come XL e Il Manifesto), ha prodotto un romanzo duro, crudo, in cui non sembra esserci spazio per i sentimenti. Il sesso è freddo, meccanico, violento (vedi la relazione sadomasochista tra Matteo e Claudia, o i rapporti orali consumati dallo stesso protagonista con Filippo al mattino, prima di prendere servizio); l’amore, quando c’è (o viene dichiarato), assume invece piuttosto le apparenze di una dipendenza fisica e mentale, che non di una passione genuina.

Ben scritto, contraddistinto da una notevole capacità di introspezione psicologica, “Il dolore secondo Matteo” è un esordio sorprendente, che mette in luce il talento letterario della Raimo, una scrittrice da non perdere assolutamente di vista.