(Amirani records 2007)
E’ davvero sempre più un dato di fatto non marginale che un’intelligente ricerca in campo timbrico e armonico, affinché coniughi equamente ed alla meglio il buon gusto (se vogliamo, anche per la gentil melodia) nella selezione delle note con una fondata indagine sperimentale, è di primaria importanza che escluda a priori un’ascesi massimalista e urlata, avviata decisamente allo sfacelo più completo; espressivo per quanto riguarda i musicisti e dirompente per i poveri fruitori.
L’originalità di strutturare opere non convenzionali non cela più il suo lato migliore nelle formazioni dall’animo per-forza-estremo; jazz-core, free-jazz noviziato col noise e quant’altro si replicano con uscite dal getto industriale, nauseando e mollando sempre più spazio vitale alla noia, all’evidente-sensazione-del-già-detto.
Tutto questo serve per carpire e applaudire il lavoro che casa Amirani compie coraggiosamente in senso inverso; lo conferma la line up generale delle edizioni prodotte e ancor più oculatamente la venuta alla luce di “A Watched Pot (Never Boils)”, viaggio-insieme di memorabili affreschi avant jazz, romantici, concreti e tanto maturi.
Lo convalida ulteriormente la formazione firmataria: il patron Gianni Mimmo con sax soprano, il siculo Francesco Cusa (responsabile inoltre della ‘cooperativa di suoni’ Improvvisatore Involontario) e Andrea Serrapiglio con violoncello e – letteralmente – lo-fi electronics.
Di sicuro, una riuscita matrice dell’alta godibilità di questo sapiente incontro è l’ombra costante del violoncello il quale, riconducendoci al discorso di apertura, agevola globalmente quel manifesto avverso alla gratuita aggressione sonora, favorendo insieme al resto della ciurma, la stesura certosina di trame fittissime. Ogni pista, ogni scritto nasconde effettivamente svariate angolature. Quindici ‘scritti’ che salpano da una base di impeccabile jazz: Crust, lo swing di Submerged Singer, il notturno jazz di Pot Head Pixies, con tanto di autentici colpi di tosse registrati e parte viva-integrante del pezzo. Ma che parallelamente sfiziano l’intelletto con divagazioni nel campo della musica colta (il pathos riflessivo di Unanswered e l’energia dissonante free jazz di una Seasoned Drama approvano tale congettura), quanto in contenitori più astratti e surreali (Put To Sleep, la rinvigorita ‘ammucchiata sediziosa’ di Cartoon Shouter).
Mimmo ha raggiunto uno stato di grazia, il soprano, la strada che prende – raffinata quanto serpentina – ricorda e ricorderà sempre con onore un maestro dello strumento quale Steve Lacy.
Frammenti di sperimentazione ancora più oltranzista si riscontrano con lampante verità, nonché maestria, nelle micro-irregolarità che i tre, alla stregua di tenaci riduttori del superfluo, azionano durante The Inner Broadcast; ma anche altre gemme di straniante anormalità si dimostrano essere Creek On The Athlete §, l’ossessiva ascesa di Climber e l’ottimo lato-percussivo in Answered.
Che dire, continuare a scrivere ulteriori parole è inutile. Da parte mia, che sono comunque l’ultimo anello della catena, non si adocchia nessuna ‘imperfezione’: la materia organica di “A Watched Pot (Never Boils)” è viva e piacevolmente complessa.
La cultura free di Mimmo e dell’Amirani colpisce ancora.
Voto: 10
Link correlati:Amirani – impro – home