Fuzz Orchestra / Uncode Duello Impro-session.
Di Sergio Eletto
Avevamo già chiarito nell’ultima parentesi sulla rassegna capitolina Scatole Sonore che vi sarebbe stato un interessamento periodico da parte di Kathodik nel seguire con costanza le varie giornate in programma, o almeno i distinti cd-r distribuiti ad ampio raggio per consentire a più persone di conoscere tale iniziativa.
La serata inaugurale del quattro Ottobre della stagione ’07-’08 ha visto, soprattutto nell’assetto musicale-qualitativo, una specie di virata estetica e di forma nella selezione da parte degli organizzatori di realtà espressivo-sonore da proporre. In tale contesto, se vogliamo, la metamorfosi si è avuta con la scelta di ‘chiamare-alle-armi’ due formazioni nostrane che affondano decisamente le proprie radici nella stesura di corpi sonori sperimentali, a stretta connessione con la materia ruvida e porosa del rock. Parliamo degli Uncode Duello di Paolo Cantù e Xabier Iriondo (con due ricchi full lenght alle spalle per casa Wallace) e dei ‘freschi’ Fuzz Orchestra, con Luca Ciffo (chitarra e voce), Fiè (manipolazione analogiche), Marco Mazzoldi (batteria); anche loro, venuti alla ribalta, dopo le esperienze condivise con Bron Y Aur, Collettivo A6, con un cd da medio-tempo pubblicato sempre per l’etichetta di Mirko Spino.
Non avendo avuto la possibilità di assistere personalmente alla serata in questione, posso consigliare con tutto il cuore di fare una visita presso la sezione articoli di Sands-Zine e di spulciare con tutt’attenzione il work in progress che il meticoloso Giorgio Pace conduce in merito, proponendo reportage completi degli eventi e interviste accurate ai singoli partecipanti.
Per il nostro incontro, invece, posso gridare entusiasta del piacere ricevuto dall’udire il crescendo in salsa post rock / languida che trasuda a pieno titolo dall’ultimo cd-r, recante l’oramai classica improvvisazione-finale in cui interagiscono, e ovviamente improvvisano, gli artisti invischiati all’occasione. In questo ‘numero’ di emozioni estemporanee, ascoltiamo quasi trenta minuti ‘inscatolati’ all’interno di una suite in completo&libero crescendo, architettata parallelamente dalla coppia Uncode Duello e dalla Fuzz Orchestra.
Va detto che dai primi si ricevono sicuramente maggiori influssi di stampo elettro-acustico e/o micro-improvvisato, mentre dai secondi, le immense aperture nel movimento liberatorio e sinuoso di estrazione più ‘rockettara’. Ed è proprio quello che balza durante i primi respiri, poggiati unicamente su fraseggi e tocchi impercettibili, frequenze e colpi ovattati di basso, voci radiofoniche e altre diavolerie. Un tappeto di sperimentazione che prelude al caos raffinato, dominatore incontrastato della rimanente durata. Cosa dire: aria di Chicago, miei cari, respirata a pieni polmoni. Non solo il classico rimando ai padri fondatori del (non) genere, come Slint & Co., ma anche e soprattutto giochi intrecciati di chitarra ri-evocanti le geometrie oblique di Ben Vida, ed a tratti, dei suoi minimali Pillow. Suoni rilassanti, movimenti ondivaghi, sensazioni al 100% cristalline si compattano con forza per questa prova.
Per maggiori informazioni:
Scatolesonore