Martedì 20 Novembre @Teatro Rasi –Ravenna.
Di Mr Blue
Era atteso con molta impazienza l’arrivo in Italia dei Gowns dopo l’ottimo ‘Red State’, l’album d’esordio sull’etichetta Cardboards Records per gli Usa e Upset the rhythm per l’Europa (attenzione, in uscita anche l’edizione in vinile su Killshaman Records). L’occasione è stata ancor più ghiotta perché oltre agli stessi sul palco sono saliti i nostrani Father Murphy e soprattutto Carla Bozulich che portava in tour lo splendido album dell’anno scorso ‘Evangelista’. La combinazione tra i due gruppi non è casuale, in quanto i Gowns avevano partecipato alla realizzazione del disco della Bozulich. Questo, forse, potrebbe essere il cambio di favore per la partecipazione vocale ad una traccia di un ep del 2005 dei Gowns di cui si ignorava l’esistenza.
L’ottima organizzazione di Nobodaddy in collaborazione con Bronson Produzioni presso il Teatro Rasi di Ravenna ha permesso di godersi a pieno tutta la serata. Come a solito puntualissimi alle 21,30 sono saliti sul palco i Father Murphy anche se in sala c’erano pochissime persone. Il gruppo friulano, chitarra tastiere e batteria, ha iniziato con un pop allegro e veloce, ma pian piano il suono si è fatto un po’ più cupo ma sempre molto interessante, data l’abilita musicale dei tre.
Poi è toccato ai Gowns. La cosa che si notava di più era la presenza della cantante/chitarista Erika Anderson (ex Amps for Christ), bionda e altissima che focalizzava tutta l’attenzione. Però quando hanno iniziato a suonare lo sguardo si è rivolto all’abilità dei 4 musicisti. Su tutti il suono “elettrinico” di Ezra Buchla (ex Mae-shi) titolare del progetto e figlio di Don, storico inventore dei primi sintetizzatori. Gli ottimi batterista e bassista completano il gruppo per un suono drone/folk/postrock malato e ipnotico che ha incantato il pubblico. L’obiettivo di sintetizzare, o quanto meno far coesistere i rispettivi background, che spaziano dal punk anarchico, al grunge (lo dice Ezra Buchla stesso), all’elettronica digitale è perfettamente riuscito anche dal vivo e ci permette di considerare ‘Red State’ tra i dischi dell’anno insieme all’ultimo dei PEEESSEYE che per alcuni versi si possono dire affini ai nostri.
La serata già piena di emozioni è stata coronata da Carla Buzolich e dal suo gruppo del, giro Constellation, (Godspeed You! Black Emperor, Black Ox Orkestar e A silver mt. Zion). Il tutto poteva essere rovinato da un errore tecnico che uscludeva tutto il suono dell’elettronica, ma poi alla seconda canzone la rottura di una corda della chitarra della Bozulich ha permesso di rimettere tutto a posto, per far godere al pubblico, ora molto numeroso, la magia di tutto il gruppo. Disco tra i più importanti del 2006, ‘Evangelista’, si conosceva già. Qui riproposto interamente, questo disco crudo, intenso, viscerale ha convinto ulteriormente. Anche se la voce della Bozulich non è potentissima, la sua presenza e il suo passato turbolento si sposano perfettamente con il suono creato dai musicisti. Gli stessi dell’ultimo di Vic Chesnutt.
Ormai alle 1 di notte il concerto finisce. Il gruppo esce. Il pubblico stanco delle 3 ore di musica chiede timidamente al gruppo di rientrare. Non rientra nessuno, ma forse è meglio così. Un’altra canzone forse avrebbe rovinato un’esecuzione così emozionate. Stanchi e felici torniamo a casa.