(Playrecords 2007)
Rose, da Peter Rose, vocalist e chitarrista della band, è il nome di un nuovo quintetto proveniente da Glasgow. L’omonimo debutto presenta quattordici pezzi caratterizzati da un’atmosfera plumbea che paga pegno a sonorità un po’ risapute ma a tratti suggestive. Tra le influenze citate Roxy Music, Jarvis, David Holmes e persino Serge Gainsbourg. Quest’ultimo forse a causa dell’elemento “erotico” citato nella scheda di presentazione a cura della casa discografica relativamente ad alcune delle ballate contenute nel dischetto.
L’inizio non è male poi i pezzi si snodano nella loro uniformità abbastanza opprimente. Si fanno apprezzare comunque l’iniziale Adrenalin, la successiva Time tropic (“Maybe we should die…”, reitera il vocalist), The fires, soffusa e chitarristica e la conclusiva Nowhere.
Dopo questa opera notturna registrata “nell’arco di una notte e un paio di giorni” i Rose sono attesi alla controprova del “difficile secondo disco”.
Voto: 6
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