(Autoproduzione 2007)
Sei pezzi per la demo dei RO(h)YPNOL, band “crossover” jesina affetta da gravi disturbi di
personalità multipla: in alcuni casi il decorso della malattia è positivo, il che significa buoni, se
non ottimi pezzi, capaci di valorizzare il significato di crossover, ossia efficace commistione di
generi diversi per produrre un insieme coeso e coerente; altrove conduce direttamente alla tomba,
leggasi collage malriusciti rattoppati alla meglio invece che fusi, saldati tra loro.
Rientra nella prima categoria l’iniziale Misadventure, l’episodio migliore del disco: la batteria
frulla che è un piacere (i Slipknot qualcosa di buono hanno insegnato…), azzeccatissimi melodie e
riff, la voce non sbaglia un colpo: l’ombra di M.J.Keenan (un pizzico sia di Tool sia di
APC) si nota, ma nulla toglie a questa bomba a orologeria…peccato per il finale, sottotono,
forzato e che male si incastra con l’immediatezza della parte precedente (leggi seconda categoria): un
taglio di due minuti e ci scappa la hit.
Tra i buoni mettiamo poi Good Luck: non la prima parte, dichiarazione d’amore per il nu metal,
vero e proprio duetto vocale tra Korn e Limp Bizkit, ma la seconda: immaginatevi i Mars
Volta che, presi dalla nostalgia dei bei tempi degli At The Drive In, ritirano fuori le palle ma le
intingono in salsa metal…beh, ci siete vicini.
Vanno in paradiso anche Egocentrism, che si muove su binari intermedi rispetto ai precedenti, e
Your mind is gone again, estemporaneo finale techno-core tra White Zombie e Nine Inch
Nails: il cantato nasce ancora una volta da un amplesso tra Davis e Durst, che mi stanno sulle palle
ma tant’è, poi cresce e si trasforma in screamo da paura che mi garba e non poco, risata da cazzo nel
finale compresa.
Bocciata invece Money pleasure, camaleontico essere che prima suona come l’omonimo debutto dei
Korn, poi a metà durata rubacchia un lungo riff ai System of a down ed infine passa al versante
RATM: bel bignami, ma siamo nel 2008; idem Raped Mind, ballad predisposta a esplosioni
multiple: la voce barcolla sul morbido, la musica troppo scarna, piatta e lineare, e alla lunga la
sgradevole sensazione di collage si fa sentire ancora una volta.
Conclusione. Un pizzico di concisione in più, non abbondare con la personalità schizoide, due pugni di
anni Novanta in meno, e la ricetta RO(h)YPNOL è perfetta.
Voto: 7
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Autore: alealeale82@yahoo.it