(Rca 2007)
Il primo lavoro solista di Eddie Vedder è in realtà una colonna sonora per il recentissimo (e acclamato) film di Sean Penn, “Into The Wild”. Il principale motivo di curiosità del disco, oltre al fatto che qui Vedder per la prima volta non è accompagnato dai suoi storici amici/compagni dei Pearl Jam, sta nel fatto che il rocker di Seattle ha realizzato un album dai suoni e dall’impianto decisamente acustico.
La forma delle composizioni è decisamente quella della ballata folk. Certo, ogni tanto Vedder tira fuori le unghie (per esempio in Setting Fort o Far Behind), ma sono i momenti più intimisti, malinconici (e talvolta decisamente cupi) come No Ceiling, Rise, Long Nights, Society, End Of The Road e Guaranteed a costituire la parte più succulenta, più attraente del disco. Del resto, sono anche i pezzi in cui la voce di Vedder risalta meglio, si manifesta al massimo della sua espressività – particolare non da poco questo per il gradimento del disco, visto che il leader dei Pearl Jam è uno dei più grandi vocalist dei nostri tempi.
Un gran bell’LP, dunque, scarno, essenziale (undici pezzi per una durata complessiva di poco più di trenta minuti), scritto ed interpretato col cuore. Che segni l’inizio di una nuova fase della carriera dello storico grunger di Seattle?
Voto: 7
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Autore: marcoloprete@yahoo.it