(Ache Records/Scratch 2007)
Direttamente da Vancouver arriva il nuovo lavoro di Andy Dixon. Uno che di confini se ne intende. Il suo viaggio preferito è quello tra acustico ed elettronico, nella migliore tradizione di Matmos, Herbert e To Rococo Rot, quei pionieri che partendo dai suoni concreti hanno costruito negli ultimi anni una palette di possibilità nuove, una musica sintetica che si avvicina sempre di più al calore del live. I figliocci straniti di Aphex Twin.
E il nostro se ne va in studio a registrare ore e ore di materiale in presa diretta, per ottenere l’effetto più diretto possibile, un cambio di direzione dai suoi trascorsi di chitarrismo hardcore sulla scena di Vancouver. Il risultato sono melodie post-folk con inserti di sax (Deciduism), breakbeat e decostruzioni ritmico vocali (Kool Aid River, l’omaggio alla Anticon in I Can’t Get Down), paesaggi ambient che potrebbero stare nel prossimo disco dei Boards of Canada (Trust Me, Cub) e riduzioni trasversali di scuola Battles (Plays).
Quello che conta in questo disco è la capacità di creare un ambiente caldo con l’elettronica off-live, tutto il soul che si riscopre nei click, nelle imperfezioni, l’anima direttamente riversata sulle nostre orecchie. E se la chitarra la fa ancora da padrona, è doveroso sottolineare l’eccellente lavoro di lima che il nostro applica alle tracce: quadri now-ambient che rispecchiano una delle possibili uscite dall’impasse post. Il nuovo Nathan Fake? Staremo a sentire.
Voto: 7
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Autore: taffey6977@gmail.com