(TownTone/Wallace 2007)
TownTone e Wallace fanno ordine in casa Coletti.
Ne
vien fuori quello che (senza sbagliare più di tanto),
potrebbe, esser l’albo migliore edito dal buon Mattia sin qui.
Lavoro
consigliato, biglietto da visita, messaggio in bottiglia; qualcosa di
caldo dopo il freddo fuori (#12).
Perlustra la frontiera
Mattia, non si ferma mai, progetti, tanti/tanti; di rimaner
insabbiato pare proprio non averne voglia.
Polvere, Christa
Pfangen, Collettivo A6, End Of Summer, From
Hands, 61 Winter’s Hat, Sedia, queste alcune delle
sigle che; lo vedono e lo hanno visto coinvolto.
Il
solo, bellissimo, “Zeno”; l’ideale principio.
“Zeno
Submarine” nasce proprio da li, su quell’albero carnoso vengono
innestati altri frutti, due brani di Polvere, un 61 Winter’s Hat,
materiali dispersi; un sorprendente senso di continuità fra i
suoni.
La cifra esatta di un percorso stilistico.
Grubbs
sulla destra, Fahey alla sinistra, tanto di suo, sopra, sotto;
nel mezzo.
Tradizione e superamento (l’incantevole American
Standard Deviation in compagnia di Alessandro
“Asso” Stefana), ricerca e capacità
comunicativa, altro da chiedere?
Chiaro che si!
Perché
nei fondi del caffè del Coletti intravedo/iamo il futuro in
arrivo.
Il suo, è un dialogo fitto, al limite del soffio
torrido, di quel sole che ti cuoce la pelle, intriso di storie
popolari, racconti perduti; scritti e sparpagliati sulla
sabbia.
Irrequietezza storica, l’America rurale, la sua
disgregazione, l’ora; il poi.
Nell’animo; fottutamente Rock n
Roll.
Come far due chiacchiere mattutine al bar con Sam
Shepard.
Si parla di aquile; sogni e tagliole.
Voto: 8
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