Betularia ‘La stanza di ardesia’

(Suoni sommersi/Mondo studio 2007)

Questi livorenesi provano a farsi spazio nell’ambito dell’indie rock intellettualoide nostrano, riuscendoci a metà. Questo loro esordio, infatti, pecca di presunzione, dato che alla lunga risulta ridondante e non proprio messo a fuoco. Se come punti di riferimento i toscani hanno C.S.I. e Marlene Kuntz, oltre al post punk, dall’altro non si capisce quale sia la loro direzione. Sono ancora molto acerbi e forse questo giudizio può risultare affrettato, ma il cd non ingrana, né ha mordente, con l’aggravante di risultare ridondante. Peccato, perché questo quintetto, che sembra avere molte possibilità, ha perso la sua prima chance, avendo avuto anche la supervisione di Gianni Maroccolo. Non buttiamolo tutto via, perché quando i Betularia si rendono evocativi sono abbastanza efficaci ed avvolgenti (Una notte fioca lume) oppure se si impegnano con il noise, riescono a rendere efficacemente deviata Ferro vecchio. Restiamo fiduciosi che possano correggere il tiro.

Voto: 5

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