(Macaco/Audioglobe 2008)
Alla seconda prova sulla lunga distanza gli italo-francesi Grimoon convincono sempre di più. Continuano ad essere piuttosto volubili e poco etichettabili, ma non per questo la loro musica è priva di fascino, grazie ad un’aria malinconica ed avvolgente, quasi sempre presente. Non a caso, infatti, uno dei temi portanti di questo cd è il circo, con la sua giostra evocativa e nostalgica.
Su ‘Les 7 vies du chat’ hanno richiesto ed ottenuto la collaborazione di molti musicisti-amici italiani ed internazionali, che sono intervenuti, soltanto in fase di registrazione, dato che la composizione musicale è tutta opera del sestetto italo-francese. Troviamo i Tre Allegri Ragazzi Morti nell’unico episodio che ha una cadenza più rock e che ricorda l’approccio di Giorgio Canali, vale a dire La compagnie des chats noirs, di cui è presente anche una versione in italiano, tramutata in un ottimo pop-rock. Pall Jenkins e Scott Mercato dei The Black Heart Procession danno il loro contributo in Cinque funambules, brano inframmezzato da parti parlate ed altre musicate come al circo, con una coda malinconica ed onirica.
Marta Collica ha scritto e cantato Space puppy’shead, rigorosamente in francese, nonostante il titolo, con una voce particolarmente suadente. Infine il produttore Giovanni Ferrario ha suonato nella triste ed avvolgente Voyage en solitarie, scritta e cantata da Thibaut Derien, e in Julie court, il cui basso iniziale ci riporta alla mente la prima P. J. Harvey, ma poi si trasforma in un pop sbarazzino. Il Maestro Gabrielli ha dato il suo contributo nella malinconica L’amour vague.
Voto: 8
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