Pentliczek ‘Abnormous Post Anomalous And Proto Surrealistic Versions of Popular And Traditional Psychotic Songs’


(Setola Di Maiale 2007)

Pentliczek aggredisce il ritmo.
Il multi strumentista
polacco Dominik Gawara, ci aveva basito in precedenza con
l’omonimo “Pentliczek” (sempre su Setola); ora
rilancia e decide di accaparrarsi l’intera posta in palio.
“Abnormous
Post Anomalous…”, è album esaltante ed
inusuale.
Miscellanea tribale che si nutre di influssi e suoni
provenienti da tutto il mondo, lavoro di sampleraggio globale ma non
scriteriato (il sempre più bravo Daniele Pagliero
a dar man forte), meditati accostamenti e stravolgimenti con
l’aggiunta di strumentazione varia ed in alcuni casi; casalingamente
indecifrabile.
“Abnormous…”, non se la cava benino,
non ci pensa proprio a cavarsela benino, pretende ed ottiene, di
diritto, ad esser considerato fra le migliori uscite del 2007 appena
trascorso.
Partendo da frammenti popolari, Dominik ingaggia
singolar duello con il battito, lo annichilisce e deforma
strutturando un percorso obliquo che lambisce più di un
territorio.
Dentro, a piacer vostro/nostro, si intercettano vari
rimandi, il dub, minaccioso, anfibio e fangoso (Oh No!
Blakey!
Tuvan Bolur In GuerrillaBarbacoa/Tapeworm
Dub, fra Scorn
e Rapoon in sbornia
etnica), deliqui elettronici che partono dal popular e si
centrifugano sino a divenir pappa techno senza troppa propensione al
ballo (Who Is Nimrod? E l’allucinata sarabanda finale di Rage
Of Nimrod
).
Andature sciancate fra etnico oppiato e ghigno
beffardo (Residents in vacanza nel Mali? Fate voi, intanto
beccatevi Ekemezhi I (My Name) e la splendidamente
disintegrata An-Atomic Gasp).
Su tutto, a risplendere, la
vertigine abissale di La Zona Del Silencio, una visione
intensissima, passaggio meditativo che sarebbe piaciuto infinitamente
a Florian Fricke.
Barbaro sorridente, sciamanico ed
energico.
Musci e Venosta (fondamentale il loro
antico “Messages e Portraits” su ReR),
sarebbero entusiasti di questa filiazione (involontaria) del loro
lavoro, da qualche parte del cervelletto si accende anche una lucina
a nome Zga (le spericolate progressioni ritmiche dal sapor
metallico).
Bello, ma veramente, bello di una bellezza talvolta
ostile e scorbutica, fatta di sudore e fatica, sapori forti ed odori
altrettanto.
Come dura è; la vita ai margini
dell’impero.
Ma è un impero in via di sgretolamento
definitivo, i confini cadono, le mura cedono; non c’è
scampo.
Questo ne è il battito.
Da ascoltare.
(Altre
traccie di Dominik le troverete in: Bianca
Belmont
due demotape nel 1993 e nel 1995, entrambi rimasterizzati
e pubblicati su CD da Setola, la partecipazione alle compilation
dell’etichetta Snowdonia: “Orchestre Meccaniche
Italiane”, “Sbim Sbam” ed “International
Gluttons”.
Inoltre, da non dimenticare, il progetto Gbur
condiviso con Stefano Giust, Ivan Pilat e Daniele
Pagliero.
Ed in questo caso son schiaffi a mano aperta ben
assestati.
Buona ricerca globale.

Voto: 8

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