(Autoproduzione/Kick Agency 2007)
Vanno giù negli abissi dell’anima con le loro malinconie ed il loro trascinarsi dentro di esse i Desert Clouds, quintetto italiano che esordisce con questo cd. D’altronde lo stesso nome scelto per il gruppo non ha niente di allegro, né di rassicurante.
“Dharma bums” è un ottimo esordio dotato di un ottimo rock cantautorale, strutturato sul binomio voce-piano, attorno al quale danno il loro notevole contributo gli altri strumenti. Se il punto di riferimento da cui sono partiti i DC sono il blues ed il rock psichedelico degli anni ’60, in questo loro esordio riscontriamo le malinconie meno tetre dei Black Heart Procession, il pathos dei primi Muse, quelli meno invischiati con i Queen, tanto per intenderci, e la spavalderia ed il cinismo dei Bartòk. Fantasmi dei Velevet Underground più eterei li incrociamo nell’intensa, avvolgente ed allo stesso momento cupa The day of afternoon. Dark feel ha un piglio vibrante e nasconde una grande capacità compositiva del gruppo grazie agli improvvisi cambi di registro stilistico, mentre Around us è ottimamente strutturato su un indie-pop avvolgente e complesso.
Agli ultimi due brani in scaletta vengono concesse derive rock e si riscontrano le loro radici hard rock, in A reason to die, nella quale il quintetto vira a 360° verso un hard blues che arriva direttamente dagli anni ’70, ignorando quello che c’è stato finora nel rock e Desert clouds è un chiarissimo omaggio ai Pink Floyd migliori, vale a dire quelli degli anni ’70.
Un ottimo esordio, tuttavia con un buon produttore, in grado di smussare qualche angolo e di affinare qualche sonorità derivativa, avrebbero potuto fare ancora meglio.
Voto: 7
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