Alessandro Mariotti ‘Mircea Eliade’

Una dettagliata biografia che Alessandro Mariotti compila in onore del famoso studioso delle religioni, Mircea Eliade.

 

Di Sergio Eletto no ©

elettosolare@yahoo.it

«Mircea Eliade (Bucarest, 13 marzo (9 marzo lo hanno scelto i genitori perchè il 13 non vi era alcun patrono sul calendario Ortodosso) 1907 – Chicago, 22 aprile 1986) è stato uno storico e scrittore rumeno. Uomo di cultura vastissima e di straordinaria erudizione, grande viaggiatore, parlava e scriveva correntemente 8 lingue: rumeno, francese, tedesco, italiano, inglese, ebraico, persiano e sanscrito.»

Questa, la definizione che emerge a primo acchito sul celebre portale Wikipedia quando a digitarsi è il nome del luminare rumeno del xx° secolo. Ma se uno volesse approfondire maggiormente la vita, le opere, le avventure del ‘fenomenologo delle religioni’ può scovare da poco in libreria una dettagliata e certosina biografia che Alessandro Mariotti compila in onore di questo studioso: da sempre accompagnato da un carattere fortemente schivo, introverso e maledettamente curioso.
Mariotti, classe 1974, si è laureato presso l’ateneo fiorentino di filosofia e da sempre porge lo sguardo attorno la vita di Eliade. In questo ‘sunto’ tesse un percorso fitto di emozioni, eventi, viaggi che il giovane intraprende in età adolescenziale sino al 1986, anno della propria morte, avvenuta in quel di Chicago.
Il libro, come dicevamo, a suo modo sfoggia un’intrinseca maniacalità nell’attenzione verso i particolari; tutti i fatti, e soprattutto i viaggi più salienti – dalla nostra Italia, dove avviene la conoscenza di Giovanni Papini, al lungo travaglio esistenziale in India per scrivere la tesi di dottorato – vengono descritti in maniera nitida e prolungata. Ma forse, proprio per questo eccessivo piglio schematico che si risente un tantino di quel calore metafisico, ascetico che ha sempre contraddistinto, o meglio ancora inondato l’essenza (dei ‘pensieri’) di Eliade.
Viene anche ‘scontrato’ il contesto storico in cui la Romania dalla vittoria della Prima Guerra Mondiale si prepara ad attraversare un altro, e più devastante, conflitto. Bucarest, come tutto il resto d’Europa, è circondata da un sempre più crescente alone di nazionalismo che sfocerà al massimo delle sue forme nella realizzazione di Corneliu Zelea Codreanu, la Guardia di Ferro. Il movimento dei Legionari vedrà pian-piano avvicinare a sé diversi amici e stretti collaboratori di Mircea, come Nae Ionescu; l’aria di possente anti-semitismo invaderà un po’ ovunque, contaminando anche svariate testate giornalistiche di allora, come la celebre Cuvântul, rivista di nuova letteratura e pensiero rumeno in cui lo stesso Eliade scrive per anni.
Da ciò si deduce la famosa controversia che vuole lo studioso mitizzato e osannato dalla destra di quel tempo e, sino a pochissimi anni fa, dai circoli culturali nazional-popolari di mezza Europa. Rimane difficile inquadrare Eliade come figura propriamente ‘politica’: una persona dall’animo così sfuggente e incline allo studio molteplice di più lingue (ben otto), religioni e filosofie, è davvero difficile immaginarla rinchiusa tra le ‘quattro pareti’ (inflessibili) di un solo e nudo ideale. Permane, comunque, un suo sentimento, decisamente virato verso l’anti-comunismo, o forse, come meglio suonerebbe, votato allo scontro frontale verso ogni – anche minima – forma di materialismo: morte o relativo imbarbarimento di una cultura spirituale, della vera essenza dell’essere.
Al centro del pensiero di Eliade vi è il concetto di mito (di pathos, di religione) come edificazione di un’anima totalmente indipendente dal resto della storia. Per Mircea, anzi, è il mito ad originare il tutto, l’inizio del mondo, i primi respiri e pensieri degli esseri umani. Dalla biografia del Mariotti, inoltre, si conosce da più vicino anche il carattere, se vogliamo, lievemente impacciato del nostro; i suoi rapporti, all’inizio, difficoltosi con l’altro sesso e l’amore sconfinato, puro, innocente, provato spasmodicamente per Maitreyi, la giovane figlia di Surendranath Dasgupta, il maestro di filosofia indiana con cui Mircea intraprende la propria borsa di studio a Calcutta. Una storia, tristemente finita con l’inevitabile separazione – forzata – tra i due; causa lampante: la ‘discordanza’ etnica tra i due amanti. Questo, forse, è il sentimento d’amore più forte che il giovane proverà per una donna. Una passione tormentata e difficile da dimenticare che porterà alla compilazione del romanzo auto-biografico “Maitreyi” (1933).
Considerato che, fin’ora, di studi critici sullo studioso dello yoga ne sono comparsi piuttosto pochi (da ricordare “Mircea Eliade. Storico delle religioni” di Natale Spineto per Morcelliana del ’06) questo di Mariotti, grazie ad una sua peculiare linearità nel descrivere razionalmente la vita completa e la relativa opera di Eliade, è un manoscritto adatto e consigliato a tutti, senza alcuna discriminazione. Il linguaggio semplice è un ottimo viatico a introdurre codesta figura anche ai più sprovveduti. Come d’altronde, lo è stato anche per il sottoscritto che grazie a ciò si è levato, ad esempio, più di un dubbio sulla ‘blasfemia’ che ha voluto dipingere Eliade per anni e anni come un reazionario d’antan.
Tutte sciocchezze. Inutili pettegolezzi perseguiti da altrettanti pseudo-intellettuali.
Buona lettura e serena meditazione.

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