Di Marco Paolucci
Finalmente tradotto in italiano per i tipi della Stampa Alternativa un testo fondamentale per la comprensione di un genere musicale ritenuto a ragione cardine della musica popolare del novecento, ‘Solid Foundation’ di David Katz narra attraverso la voce e le parole dei protagonisti la storia del Reggae. E lo fa partendo dalle origini negli anni sessanta, nei quali la musica accompagnava degnamente la raggiunta indipendenza della Giamaica, e che aveva intrapreso un suo percorso autonomo già da qualche anno prima attraversando il suono r/n/b e rock’n’roll, passando per la nascita dello Ska e del Rocksteady, generi precursori del reggae fino ad arrivare – l’autore ci spiega nella prefazione – verso la fine degli anni ottanta quando il reggae intraprendeva l’ennesima strada che lo avrebbe portato alla trasformazione digitale. Katz racconta attraverso le interviste ai protagonisti la storia orale della Giamaica e della sua musica; attraverso il ricordo di nomi leggendari quali Tom The Great Sebastian e le sue epiche sfide a colpi di sound system con lo storico produttore Duke Reid. L’autore ascolta e fa parlare – grazie anche alla sua posizione preferenziale di biografo ufficiale di Lee ‘Scratch’ Perry, leggendario musicista con capolavori quali People Funny Boy e storico produttore con il suo studio Upsetter (a quando la traduzione anche di questo essenziale tomo?) – persone come Sir Coxone Dodd, altro gigante produttore/musicista capace di contribuire con il suo scalpello pentagrammatico usato nel suo Studio One, all’incisione sulla tavola della memoria sonica collettiva di pitture rupestri di immenso valore, basta per tutti citare Dennis Brown, Horace Andy e i Wailers di Bob Marley. Uno stratificato melting pot culturale che si distende agli occhi del lettore, attraverso il ricordo delle sperimentazioni di King Tubby, produttore di indiscussa abilità della musica Dub, magica mente vulcanica che dava vita alle sue creazioni nello studio autocostruito nella sua casa. Una storia fatta di suoni e nomi come i maestri deejay U Roy e Dennis Alcapone; di titoli di canzoni, vicende umane e professionali degne del migliore canovaccio filmico che rivive grazie alla perseveranza e alla dedizione di Katz per questa musica, ma per queste persone prima di tutto ed immediatamente dopo incredibili musicisti che naturalmente e tranquillamente parlano della loro quotidiana esperienza musicale. Un consiglio spassionato: da leggere avendo per sottofondo musicale il cofanetto ‘Tougher Than Tough: The Story of Jamaican Music’ della Island. Procuratevi l’uno e l’altro e non ve ne pentirete