(Baskaru/Dense 2007)
“Long, Lontain” è un delizioso involucro in cui confluiscono gocce di intimo canto acustico e scampoli d’elettronica concreta. Un’equazione che, fisicamente, si traduce in molecole di low/fi e simil-folk astratto screziate da pratiche elettroniche di piglio concreto, come i field recordings e il montaggio finale per mezzo del pc. Essa infonde all’ambiente circostante la grazia di un musicista solitario nel miscelare pacatamente climi tenui e romantici, a tratti soporiferi e confinanti con la magia pura.
Dopo esser risorto con il nome-di-battaglia di GoGooo, il novello collagista francese, Gabriel Hernandez, partendo dallo studio manipolativo e non convenzionale della chitarra finisce, come molti suoi ‘colleghi’, ad intrattenere relazioni più intense con la pratica multi-strumentale. Il debutto ufficiale in causa è scolpito interamente nella propria cameretta, mediante l’ausilio di un semplice registratore e di tanta fantasia. Al fine di tracciare una mappa di suoni carica di spunti, il nostro si barcamena tra l’inseparabile chitarra, la melodica, un organo, il carillon e una sfilza di ingegnosi samples ambientali.
Qualcuno ha tirato fuori il predominante umore folk del cd, altri si sono limitati a circoscriverlo come semplice patchwork a più tinte e volumi. Al contrario, penso che si respiri una scarsa inclinazione di GoGooo a rintanarsi nel classico format delle ballads. Si percepisce un parallelo con le prime cose dei Collection Of Colonies Of Bees, ma privo dello slancio ritmico post-rock e molto più incline all’astrazione tout cour. Dieci tasselli che appiano come delle inusuali ninne-nanne, stranianti e ipnotiche, da ascoltare al chiaro di luna. Arpeggi d’acustica; molteplici voci della natura; il suono dell’organo trasformato in ovattato drone; micro-frequenze che a stento si fanno sentire… toccare.
Questi sono solo alcuni dei frammenti – di un’unica e salda meraviglia sonora – che si trovano nascosti nel sentiero notturno solcato da “Long, Lontain”: un lavoro che oltre ad imprigionare i sensi in qualcosa d’infinitamente buono, mostra il miglior lato della sperimentazione moderna. Mica occorre a tutti i costi introdursi in ostiche meditazioni avant per centrare il bersaglio della vera novità. Non si tratta più di stupire, ma semplicemente di sedurre il fruitore con soluzioni complesse, ma che soprattutto non perdano di vista dolcezza e gentilezza d’armonia.
Voto: 7
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