(Autoproduzione 2008)
Mood dark/post-punk, Joy Division su tutti, iniettato in ritmiche e strutture memori di grunge e stoner, con strizzatine d’occhio a sonorità più accessibili tra R.E.M. e U2 a cavallo tra ’80 e ’90.
Sembrerebbe troppa la carne al fuoco nel sound per i Dorothi Vulgar Question, nati nella provincia senese nel 2005 da una serata tributo ai già citati Joy Division, ma la materia contenuta nelle undici tracce del disco risulta assolutamente coesa, cucita dalla voce al contempo glaciale e melodica di Alessandro Grassini, a suo agio nella spola continua tra italiano ed inglese.
Efficaci gli intrecci delle chitarre, mai banali e vere protagoniste della scena, e interessanti le linee vocali, in alcuni brani non aiutate da testi troppo monotoni e ripetitivi; tra gli episodi migliori Coprimi, cavalcata psichedelica tra Mercury Rev, Desert Sessions e Soundgarden, Unbelievable, esemplare per il suound della band e papabile come possibile singolo, Shine, che non avrebbe sfigurato nel catalogo di Stipe & soci, ed infine Hate you (cantata dal bassista Marco Provvedi), idem per Bono & Co.
Si abbassa un pò il livello qualitativo nella parte finale del disco, con Game Over troppo debitrice di C.S.I. e affini, e la voce in Wait a moment e Relativity ormai a corto di idee ed energie. Insomma, a volte il troppo storpia, e tagliando qualche brano il disco avrebbe sicuramente guadagnato. Ma tant’è.
Discreto esordio, niente di nuovo, ma fatto bene e con personalità.
Voto: 7
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Autore: alealeale82@yahoo.it