(Wichita 2008)
Ad ascoltare il primo singolo, Death To Los Campesinos!, si poteva pensare ad “Hold On Now, Youngster” come al classico dischetto spensierato e divertente, da mettere su in quelle circostanze in cui le condizioni di spirito impediscono ascolti seri ed impegnati. Ed invece, già alla quarta traccia comincia a subentrare la noia, e, tra uno sbadiglio e l’altro, ci si ritrova a sbirciare la tracklist nella speranza che il lettore CD arrivi rapidamente al fatidico dodicesima pezzo, quello conclusiva.
Eh già, perché Aleksandra (tastiera, tromba), Ellen (basso), Gareth (glockenspiel), Harriet (violino, tastiera), Neil (chitarra), Ollie (batteria), e Tom (chitarra), ovvero i nostri sette “contadini”, originari di Cardiff, Galles, propongono per tutti gli oltre 43 minuti del disco sempre la stessa formula a base di un pop-punk/wave caciarone e festaiolo (Death To Los Campesinos!, Broken Heartbeat Sound Like Breakbeats, Don’t Tell Me Do The Mat(s), You! Me! Dancing, Sweet Dreams, Sweet Cheeks, tanto per citare qualche pezzo). L’impressione, in alcuni casi, è quella di un frullato tra Strokes (i riff saltellanti e nervosi) e Blink 182 (lo spirito da punk band collegiale). Quando poi i nostri rallentano il ritmo (Knee Deep At ATP), convincono ancora meno, mostrando tutta la povertà del proprio songwriting.
In fin dei conti, un dischetto noioso, fragile nell’ossatura dei brani e povero di trovate interessanti.
Voto: 4
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