Un film romantico.
Di Alberto Maroni
‘My Blueberry Night’ (il primo film americano di Wong Kar Wai, regista cinese di ‘2046’, ‘Angeli Perduti’, ecc…) è un film romantico sotto tutti i punti di vista e a più strati interpretativi. È la storia di un viaggio attraverso l’America e attraverso l’autoraggiungimento della maturità di una giovane donna newyorkese appena uscita da una lunga storia. Il personaggio di Norah Jones interagisce con il mondo che la circonda intenta a dimenticare il passato e con la voglia di riflettere su un suo possibile futuro, prima di poter tornare nuovamente a buttarsi nel grande gioco della vita… il gioco sofferente e allo stesso tempo intoccabile delle relazioni interpersonali. Anche il personaggio di Jude Law fa la stessa cosa solo che lui non si muove… resta nel suo ristorante e aspetta che il gioco si faccia vivo per lui, e rimane ad analizzare la sua vita guardando le registrazioni della videocamera del ristorante, conservando le storie di quelli che arrivano in una boccia di vetro.
È si… il bacio che soffusamente Jude dà a Norah è come un avvio di motore… lei nemmeno se ne accorge eppure è quello che là fa partire per il suo viaggio, e la distanza di giorni e kilometri percorsi, non è altro che la distanza fra quel bacio soffuso e il bacio partecipativo del suo ritorno. Certo…il viaggio le insegna un sacco di cose interessanti… attraverso i casi umani che incontra (David Stratairn poliziotto dipendente da alcool e ex moglie e Natalie Portman giocatrice d’azzardo con problemi di fiducia nel mondo) impara a non vivere l’amore come dipendenza, e a stabilire una fiducia con il mondo e se stessa.
E poi, imparato tutto, se ne torna a casa, stavolta pronta e attiva nell’impegnarsi al gioco con più passione e fermezza.
Wong Kar Wai disegna un colorato affresco della natura dei rapporti sentimentali, una carrellata sfuocata nell’animo dei suoi personaggi, che tenta sempre di raggiungere il fuoco, ma che si sfalda sempre, fino al raggiungimento di un equilibrio finale, che nonostante le sfumature differenti, racchiude in se un una psichedelica verità…abbiamo bisogno delle torte ai mirtilli con gelato… insomma… di un qualche rapporto che ci complichi la vita…
Il tutto è reso registicamente da una camera scrutatrice, psicologica ed elegante, piena di slow motion e primi piani che sembrano entrare nel cuore della gente. Ma quello che colpisce e rimane ancora più agli occhi e nell’immaginario di questo film è la straordinaria e caleidoscopica fotografia… un intenso fiorire di gialli rossi rosa blu verdi che tingono la pellicola come naturale frastuono emotivo e visivo. I colori ci salveranno… e Wong Kar Wai, questo sembra averlo capito bene.