Marcos Fernandes / Bill Horist ‘Jerks And Creeps’

(Accretions 2007)

Registrato durante il tour giapponese intrapreso dal duo nel 2005,
“Jerks And Creeps”, è una gran bella zuppa sonica
primordiale.
Parziale testimonianza di due date.
A Kobe con
Haco (voce ed elettronica), ad Osaka in quintetto, con
Masafumi Ezaki (tromba), Bunsho Nishikawa (elettronica)
e Tim Olive (basso).
“Jerks And Creeps”
conferma e rilancia l’affetto che proviamo da queste parti per i due
musicisti.
Fra chitarre, piatti ed elettronica
strapazzata/strapazzante, i due organizzano un teatrino dal sicuro
impatto performativo che saltella incantevole fra devasto,
sospensione e impatto emozional/fisico (l’escursione ReR
elettroacustica che diluisce in pantano blues alla “Paris,
Texas” di Kobe, la poltiglia concreta/sibilante,
dark/ambient/krauta trasportata a colpi di percussioni rituali in
medio oriente di Osaka (poco
meno che strepitosa…), il suono che si auto-dimentica di Kobe
2
.); che altro voler di
più?
Ostica bellezza; spigolosa.
Frequenze penetranti
(le sinewaves di Osaka),
deragli di corde amplificate, gestualità improvvisativa;
emozionalità acustica e sensibilità
post-industrial.
Materiali che scottano, trattati di
stratificazione, di sottrazione, mantenuti in costante stato
precario, fra l’autistico e l’ansiogeno-comunicativo; scintille
acustiche che sprizzano per attrito tutto intorno.
Di elettricità,
silicio e metalli; nel mezzo la carne che palpita.
Di quella
bellezza che mantieni i muscoli tesi e conosce il sapor della polvere
di un ricordo.
Odora di continuo movimento; di cammino.
Posseggono
la visione.
Raccolgono
meno di quanto meritano; prima o poi qualcuno se ne dovrà pur
accorgere.

Voto: 8

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