(Ipazia 2007)
Gestuelle Du Blue Tempo”, 16:48 minuti;
meravigliosi.
Potrebbe terminare ora questa recensione; non ci
sarebbe bisogno d’aggiungere altro.
Echi blues, svolazzi folk,
indifferentemente la Galas come Patty Waters, Bessie
Smith come Elizabeth Cotten come
i Popol Vuh, e poi altro ancora.
16:48 minuti
registrati grazie all’aiuto di Fausto Balbo in un luogo
imprecisato fra le montagne nel 2006.
Voce ed effetti, non serve
altro a Madame P.
Un corpo; sentirlo.
Vibrazioni
tattili, sollecitazioni epidermiche sensuali, lo strattone Camusi
non è ancora arrivato; femmina questo.
La
principessa Sissi, la Oliveros e
Grace Kelly.
E
tutto quadra, da qualche parte s’accende la lampadina; Madame P è
Laurie Anderson alle prese con l’esecuzione di Strange
Fruit.
Post punk che non ricorda più cosa è il
post punk e lo cerca dalle parti del Newport Folk Festival.
Cinque
incantevoli brani, Odelay che apre sorniona ed invogliante, la
discesa nella carne di Stone’s Mountain, Ombra di Sole,
preghiera straziante, ascensione rituale, brillante al punto da far
da far distoglier lo sguardo.
Ed ancora.
Fuori
Tempo, carne, muscoli, tendini che schioccano, ballare,
muovere il culo, marionette grottesche che sobbalzano di spasmo
nevrotico.
Blue, l’atterraggio, un orologio che ticchetta
in lontananza; inesorabile.
Tempo di muta della pelle.
Esporsi
al sole.
Contattate Madame P.:
patatapa@yahoo.com
Da avere.
Voto: 8
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