(Donna Bavosa/Wallace Records/Shove Records/Sons Of Vesta/Concubine Records 2007)
L’incedere marziale e la lenta conflagrazione à la Jesus Lizard che caratterizza Vedersi è senza dubbio la summa della terza fatica dei Gerda, che a parte il confermarsi con ancora più forza e disciplina tra le bands più interessanti della penisola, testimonia quanto la zona tra Jesi ed Ancona sia la punta di diamante del rock indipendente marchigiano.
Come la copertina in bianco e nero e l’intero booklet riportano scatti di spregevoli fabbricati a cui i nostri occhi si sono dovuti abituare a scapito dell’ambiente naturale, così la musica rispecchia uno stato d’animo frustrato e incazzato nero.
E’ così che le bordate strumentali di matrice grind-post hardcore vanno a schiantarsi con la voce, urlante una straziante disillusione e un prendere atto di una fine imminente.
Le altre composizioni degne di nota, Vendicare questo orrore e 25 aprile, lasciano intravedere la svolta del gruppo verso una ricerca senza mezzi termini di qualità e spessore.
E’ tempo d’imparare ad affilare le lame, in modo da poter infliggere ferite più profonde: è questa la strada che hanno intrapreso i Gerda e pazienti e curiosi li attendiamo al varco.
“…la realtà senza di me. Finalmente” .
Queste le parole finali dell’album.
Ci siamo capiti
Voto: 7
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