(Pezzente Produzioni 2008)
Marino Josè
Malagnino piazza l’ennesimo
colpo scriteriato.
Il progetto Nuova Musica Rurale procede;
fra lampi di genio e mille difficoltà realizzative.
Dopo il
surrealismo verbalmente tagliente e stralunato di “Pop”,
la ricerca concreta/povera/organico/rilucente di “La Musica
Umana” (albo equamente spartito con Davide Riccio),
ci voleva proprio questo avant/qualcosa/forse free che, oltre ad
allargar il sorriso; induce in più di un ascolto da strabuzzo
occhietti belli.
Teo Pace, Pino Montecalvo, Bruna
Samele, Edi Leo, Stefano “Philippo”
Sperandii son coloro che si prestano al gioco proposto dal
Malagnino.
Fra sax, trombe, percussioni ed oggetti, si delinea una
rotta che parte dal suono e sfocia nella performance vera e
propria.
La leggerezza esecutiva del corpo/suono è un
toccasana rigenerante (dopo tanti ascolti nocivi), e non è da
intendere che svacchino dementi, tutt’altro; son le Toychestra
con le budella di fuori che si ritrovano alla festa del santo
patrono.
Lasciando la parola a Malagnino stesso: Cosa troverete
in questo disco? I musicisti sono stati disposti in cerchio e prima
di suonare si son lavati bene l’orecchie, cosi io mi avvicinavo a
queste e spifferavo delle melodie, queste poi venivano ripetute a mo
di loop, cosi passando da un orecchia all’altra potevo creare della
musica sul momento…
Follia
e sanguinamento uditivo?
Neanche per sogno.
Ne ciccia
fuori, un’ipotesi bellina sul serio che, senza prendersi troppo sul
serio azzarda un incrocio bestiale (che prego Malagnino e compagnia
di approfondire) fra Tom Waits fuori di tanto, marcette
balcaniche in astinenza da Balcani ed un gruppo free alle prese con
una mela (scelgo nel caso l’Art Ensemble Of Chicago).
E
tutto funziona che è una meraviglia.
Malagnino spiffera
nelle orecchie dei musicisti motivetti irresistibili, piccole frasi
che si tramutano in tormentone (una l’ho fischiettata per giorni…),
sembrano poltiglia sfatta che non sai se calpestarla o scavalcarla ma
in fondo al cervello il criceto ti dice: aspetta; torna
indietro un attimo per favore…
L’ho
ascoltato mentre gli davo di martello, funzionava, l’ho ascoltato
alle prese con le melanzane, funzionava, l’ho ascoltato in fase
ascolto profondo (vedi te che cazz dico…); funzionava.
Play
e Spilen le uso come sapone per le orecchie; funziona.
Ecco,
ci hanno di nuovo fatto scomparire la palla.
M’incazzo tanto
pensando a quante poche persone l’ascolteranno.
Datevi una mossa,
contattate Nuova Musica Rurale che non può farvi altro che
bene.
In questi cd-r arruffoni, amorevolmente spaginati ed
incasinati; girano alcune fra le più belle musiche di questo
paese.
Un patrimonio sommerso che non deve andar assolutamente
perduto ne tanto meno dimenticato.
Ne abbiam bisogno.
Voto: 8
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