(White Label Music 2007)
Fin dall’inizio di questo “Matilda” – il brano LoEti, ovvero “loop” elettronici che si attorcigliano attorno ad un sassofono tenore e ad una chitarra elettrica da “dopo bomba” (atomica, secondo l’immaginario della guerra fredda) – colpiscono le sonorità scabre e taglienti allestite dai 3eem (su MySpace www.myspace.com/3eem): Valerio Zucca Paul all’elettronica procede con scrolloni industriali in stile Tasaday periodo “Con il corpo crivellato di stelle” (Seven), non negando però la particolare “piacevolezza” del timbro a suo modo classico del sax di Fabrizio Bazzoni (Underwater Impulse) e della riconoscibile – mai gratuitamente rumorosa o astiosa – chitarra di Danilo Corgnati (K141).
Arrivato al secondo CD (l’esordio fu titolato “Essence Of 3eem”), il primo pubblicato per una “label” internazionale (la britannica White Label www.whitelabel-music.co.uk), il trio piemontese tratteggia un originale “rock-post” che nel rielaborare criticamente alcuni stilemi delle musica di confine di questi anni (sentire IFunerali) non guerreggia inutilmente con l’ascoltatore (nella traccia appena citata Corgnati conclude malinconico e nella successiva Bolscevico Bazzoni canta pure, stentoreo come un “new waver” che si rispetti). Toxic Jelly Experience chiude più che degnamente, degnamente, con i singulti del tenore e gli scarti dell’elettronica a colloquiare con la chitarra discorsiva, un CD di tutto rispetto.
Voto: 7
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