(Public Eyesore – Eh? Records 2007)
A giudicare dal look estetico (un ibrido di glam-bikers and hard-rockers) ostentato sulla cover dai membri dei Dynamic Brown Hips, non ti aspetteresti mai di sentire tre irritanti suite senza-mai-fine, dove massicce scariche di free-form nichilista (e noiosa) arrivano con ‘nonchalance’ a farti accapponare la pelle… e non solo.
Anche se il nocciolo duro della band pare identificarsi nel trittico Justin Rhody (trumpet), Clare Hubbard (saxophone) e Keith Wright (percussion), la track list apri-pista ingloba sette elementi. Menzionarli tutti, sinceramente, è inutile; basti sapere che scansato un semplice registratore (suppongo piuttosto malmesso), il resto della ciurma(glia) danza nel mare magnum del continente acustico. Sax, tromboni, percussioni a volontà, un violino elettrificato nel segno di John Cale ed il gioco è fatto. Completamente concepito e registrato presso un dimenticato festival indipendente in quel di Bloomington, le coordinate tracciate si perdono nel triangolo delle bermuda del vecchio, polveroso e risaputo free jazz caustico di stampo (ultra) ayleriano.
Questo è quanto. Non si riesce nemmeno a percepire la vistosa differenza di componenti che s’interpone tra il primo atto e i due successivi. Probabilmente, se vi fosse stata più continuità nella materia sonora ed anche un solo drones, potremmo anche tirare per i capelli una (lontanissima) vicinanza con le acidità del glorioso Theatre Of Eternal Music. Ma, ripensandoci su, renderemo poca giustizia ai timonieri di quella fantastica avventura musicale, minimale e libera. Qui non vige niente di ciò: la free-music passa alle orecchie solo come un’ottusa predisposizione pseudo-anarchica a fare del casino a tutti i costi.
Evitatelo!!!
Voto: 4
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Autore: mariacenci@alice.it