(Opax Records 2008)
Dopo la sciagura del terzo volume (condiviso con Keiji Haino),
i My Cat is An Alien raddrizzano il tiro della loro
split art-lp series, “Cosmic Debris”.
L’ospite di
turno di questo quarto volume, (il radicale sassofonista svedese)
Mats Gustafsson, si produce in un ottimo numero per sax
circolare ed elettronica.
Ventuno minuti di tensione costante,
nessuna zona di decompressione, cupo e determinato, un gioco di ombre
inquietanti ad agitar lo spazio circostante.
Ottimo, evocativo e
pesante una tonnellata.
I My Cat, da par loro, producono
circolarità space, ustionata/ustionante.
In questa
occasione; leggermente più varia del solito.
Chitarre,
voci, strumenti giocattolo e percussioni.
Apre funerea flirtando
con il vuoto, un’armonica a solcare lo spazio ad intermittenza, poi;
fissità astrale a piene mani.
Le percussioni, sullo sfondo,
a scandire la pesantezza del cammino verso il buio.
L’ennesima
invocazione rispedita al mittente dagli astri.
Sul finale gli
abiti ci vanno in fiamme, noi dentro; avvertiamo il morso della pelle
che brucia.
Tenui rifrazioni freak/weird (un’acustica che
sferraglia in lontananza…), alleggeriscono per un’istante
l’infinito viaggio intrapreso dai fratelli Opalio.
Bello,
di una grazia annichilente.
Ma di quella voce fuori asse c’è
proprio bisogno?
(Cominciam però ad esser esausti, fra
collaborazioni, serie limitate, progetti paralleli; documentazione
live ed altro; il portafogli non regge e collassa su se stesso…).
A
parte questo buona uscita.
Voto: 7
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