(A Silent Place 2007)
Black Magic Disco sono: i due fratelli Opalio (My
Cat Is An Alien), Ramona Ponzini (Painting Petals On
Planet Ghost, Praxinoscope e curatrice del management dei
My Cat…) e Tom Greenwood (Jackie-O Motherfucker)
durante il comune tour europeo del 2005.
Il lavoro si presenta in
duplice veste, in Italia come doppio vinile, in America come cd
singolo.
Quattro brani da circa venti minuti l’uno (al solito,
alla faccia della concisione…).
Un vagabondare free sconvolto,
fra chitarre (elettriche ed acustiche), voci, percussioni assortite
(fra il tribale e l’industriale), giocattoli, effetti ed il
turntablism astratto di Greenwood.
L’avant folk dei Jackie si
sposa alla perfezione con l’impro space dei My Cat, la Ponzini
aggiunge esotismo vocalizzando in giapponese ed armeggiando con
campane varie.
Ne risulta, una nebulosa in continuo movimento, con
leggera preferenza per il primo, terzo e quarto brano.
L’attacco
procura una bizzarra narcosi, innervata da impercettibili entità
in reverse e slide luminose ed ascendenti.
La formula evolve nel
secondo estratto, flirtando discretamente con il rumore reiterato di
un loop in distorsione, campane e campanelli mistici profusi a piene
mani, voci maschili sullo sfondo fra il panico e lo sfascio
emotivo.
Si viaggia e ci si dissolve, a cavallo di una cometa, che
stempera la sua coda fra voce nippo e sortite stranianti di rurale
vinile.
Stratificazione e rilascio, piene strumentali ed ampie
distese di ronzio valvolare.
La terza traccia irrobustisce la
propria struttura con filamenti wha e duelli
percussivo/chitarristici, molto coda/brani Sonic Youth periodo
“Evol” e “Sister”, affogati in una
pozza di effetti.
Ok, freak!
La chiusura, si perde nella
nebbia, weird e manipolazioni elettroacustiche, quasi textures
ambient proto Sonic/blues.
Drones spirituali densissimi,
accecanti bagliori lisergici, vertigine e senso di world music fra le
righe.
Ma talvolta, anche una fastidiosa, affiorante attitudine,
dell’ognuno per fatti suoi, tanto prima o poi, una frase attorno cui
girare si trova (sempre, quasi sempre…).
L’esserci, durante le
esibizioni live, deve esser stato qualcosa di correlato con il
termine esaltazione.
L’ascolto casalingo, una leggera noia la
induce.
Voto: 6
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