(ReR 2008)
Razionale ed irrazionale.
Parte razionale:
Daevid Allen,
Hugh Hopper e Chris Cutler, Gong, Soft
Machine ed Henry Cow (più mille altre sigle e
diecimila progetti solisti…); paura vero?
Frammenti di storia in
collisione, cristallizzati durante esibizioni a Berlino, Londra e Tel
Aviv.
Registrazioni perfette, interpretazioni sentite e pubblico
partecipe (compostissimo).
Potrebbero esser motivazioni più
che sufficienti per l’acquisto.
Parte irrazionale:
Preferisco
mille volte mille, ogni rutto e latrato emesso dagli Uk Subs,
che questo tragico scimmiottare i bei tempi andati.
Loro almeno,
altro che latrare non potevano (e possono…) fare.
Passano dal
bravo al bravissimo, poi tornano al bravo e rifanno i
bravissimi.
Piacevoli, delittuosamente complessi anche nei
frangenti apparentemente più lineari, istrionici ed
irriducibili.
Che diamine!
Anche se dissimulano, questi tre
una bella fetta di storia l’hanno scritta.
Ma è un gelo, un
continuo ritornar sui propri passi lungo strade già battute:
sorprendimi; sorprendimi se ci riesci…
Allora,
persi per persi, ci si ritrova con la luna di traverso a rimembrar di
certe pagine maldestre dei Pere Ubu meno azzeccati, ma di quel
senso di cataclisma incombente (ma in verità da molto già
avvenuto), di quell’afa, opprimente ed appiccicosa, da queste parti
nessuna traccia.
Dovrebbero essere in opposizione a
se stessi quando (ci) fanno questo, altroché.
Qualcosa pare
accadere in verità, ad intermittenza si accende un’astratta
forma lisergica, fra fuzz e rullate più marcate, ma non ci
siamo, la scintilla non scocca, quel che ti aspettavi (temevi…) di
trovare, c’è.
E non è proprio quel che
volevi.
Canzoni geniali e sfuggenti, abbracci tentacolari,
simulati come scheletrici; più che bravi oramai.
Ultraterreni
direi.
E nello spazio dovremmo mandarli.
Per gli amanti del
prog di concetto e del Zappa più fesso.
Voto: 5
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