(Henceforth Records 2008)
Sorta di memoria sonica, il nuovo lavoro di Lisle Ellis è un sentito omaggio del musicista ad uno dei geni riconosciuti dell’arte contemporanea, SAMO aka Jean-Michel Basquiat, e suo modo di rielaborare e ristrutturare le due passioni che si sono alternate nell’arco della sua vita. Ellis, come ci racconta nel libretto introduttivo, ha alternato in maniera pervasiva la passione per la pittura a quella per la musica, vivendo in maniera esclusiva prima l’una poi l’altra, ma sempre avendo presente il lavoro di Jean-Michel Basquiat. Componendo questo album si è posto quindi nella condizione di voler idealmente omaggiare e ringraziare del continuo stimolo ricevuto dal suo nume tutelare e contemporaneamente ricreare lo stile della sua pittura nella costituzione dei brani. Brani assemblati aggiungendo strati di suono a strati di suono che il nostro ha poi rielaborato in studio con la formazione che lo ha accompagnato nell’esecuzione dei brani presenti nel disco. Formazione di eccezionali artisti in gran spolvero come la vocalist sperimentale Pamela Z, il trombonista George Lewis, il flautista Holly Hofmann, il sassofonista Oliver Lake, il pianista Mike Wofford o la batterista Susie Ibarra che si sono amalgamati adeguatamente in perfetto sincronismo senza intralci ne sbavature. I musicisti miscelano all’interno di ogni brano momenti di cavalcate free, liberamente improvvisate, abbinati a placidi intervalli cool, accenni blues intervallati a ritornelli walzer, brevi pennellate soniche che si rincorrono per l’album a istanti di riflessiva quiete acusticamente “lacustre” che impressionano il brano imprimendo una linea melodica non invasiva ma che aleggia e permane nell’etere lasciando un piacevole senso di estasi. Un disco da accompagnare alla meditazione sull’esistenza e sull’arte.
Voto: 7
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