(Lo-Max 2008)
Sono passati ormai 38 anni dal capolavoro “Shooting At The Moon”, ma l’ex Soft Machine Kevin Ayers è ancora in circolazione e non smette di produrre buoni dischi. Certo, la verve e l’ispirazione non saranno più quelle che contraddistinguevano i brani che componevano il capolavoro pubblicato nel ’70 per conto della leggendaria Harvest, ma “The Unfairground”, ennesimo capitolo della sua nutrita discografia, è un disco tutt’altro che disprezzabile.
Ayers si muove lungo il crinale di un alt-pop dagli arrangiamenti orchestrali (Cold Shoulder, Walk On Water, Friends And Strangers), in cui, di tanto in tanto, fanno capolino fiati (su tutte Heaven Knows), aromi sudamericani (Baby Come Home), rumorismi chitarristici (Brainstorm), un pizzico di eccentriche obliquità (Unfairground) e armonie vocali à la Beach Boys (Run Run Run).
Non sarà forse più tempo di folli sperimentazioni psichedeliche, ma Kevin Ayers è in forma e questo disco è più di una piacevole sciocchezzuola.
Voto: 7
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