(Innova 2008)
La musica di Jeremy Beck è accessibile, ma non banale. Il suo è un linguaggio prevalentemente tonale, quindi comunicativo; vi è però una elaborazione melodica, armonica e ritmica che cela una profonda sapienza nell’utilizzo dei mezzi espressivi. La musica di Beck è anche eclettica aperta a diverse influenze, ma non fino al punto da suonare superficialmente esotica: prova ne è il brano finale, dove l’autore dichiara di aver tratto ispirazione dalla musica africana più per alcuni aspetti strutturali che non per una mera imitazione coloristica. Rimane da stabilire se Beck abbia anche la qualità che in ultimo decide della grandezza di un compositore: l’identità stilistica. A mio avviso Beck, pur non brillando per originalità, possiede una voce individuale, ben rappresentata dalla delicatezza un po’ sognante ma sempre equilibrata e internamente dinamica del brano che dà il titolo all’album.
Voto: 8
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