(Uk Division Records/Alkemist Fanatix Europe 2007)
Devo togliermi subito una cosa di torno, perché non mi capita spesso di dirla e quando succede è proprio inutile tenersela dentro: i Soul Of The Cave suonano davvero bene.
Adoro come suonano, non sono tremendamente tecnici, ma hanno questo modo vivo di suonare che tiene svegli durante ogni singolo pezzo, non c’è verso, è proprio irresistibile. Già solo l’assolo di Alien On Faces mi fa morire.
Ok, torniamo nella razionalità. Il gruppo romano è al secondo lavoro dopo l’EP Kylo del 2006; ci propongono una specie di hard rock un po’ stoner un po’ post grunge un po’ primussesco (soprattutto in Money Game), piuttosto accattivante già al primo ascolto. Certe volte spingono anche parecchio sull’accelleratore e i vocalizzi mezzi growl li spingono quasi in territorio hardcore, ma ci rimangono proprio per poco tempo.
Insomma ai nostri piace sperimentare (il breakdown semicountry di Senseless??!?), ed è qualcosa che sicuramente ripaga ripetuti ascolti e un po’ più di attenzione del necessario; il tutto, naturalmente, sorretto da una gran produzione che fa risaltare anche le ottime linee di basso.
Si potrebbe dire che il cantato in inglese non è certo il massimo, c’è sicuramente da lavorare su pronuncia e testi per affinarli al meglio. Però non riesco proprio, in questo caso, a farlo pesare più di tanto sulla votazione; d’altronde non capita ogni giorno un album così, e quando succede bisogna pure lasciare un po’ di rotture nello sgabuzzino.
Quindi dai, un bell’otto ai Soul of the Cave che speriamo di risentire molto presto, ancora più tonici e con voglia di far bene.
Il presente album è stato ristampato il 3 ottobre dell’anno corrente e i SOTC sono di nuovo in tour per la promozione. Io non me li perderei.
Voto: 8
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