(I Dischi del Minollo/Dado Records 2008)
Esordio sulla lunga distanza per i Greenhouse Effect, ensemble padovano attivo dal 2003. “Al Mio Risveglio”, frutto di questo percorso quinquennale, è stato registrato live il 24 febbraio scorso al Teatro delle Maddalene di Padova, ma all’ascolto questa dimensione è assolutamente impercettibile. Primo punto a favore dei cinque.
E’ un disco che spinge a pensare: ma perché band così in Italia faticano solo a farsi ascoltare, quando nel mondo vengono idolatrati Mogwai e Oceansize, ai quali il gruppo può tenere tranquillamente testa? Ci troviamo in ambiti post-rock, con tendenze ambientali e linee sintetiche a far capolino qua e là, il tutto intriso in una luce soffusa e malinconica.
L’intro Male In Quanto Tale è la traccia meno legata al post-rock più tradizionale, avvicinandosi ai sentieri tracciati dai tedeschi Lali Puna: tastiera e synth fanno da soffice manto nella quale si inserisce una metallica voce che annuncia la posizione del Vaticano in merito alla tecnologia (critica politica o semplice voce narrante funzionale al completamento del quadro). Colori accesi si apre con un battito sintetico leggero che trasporta l’ascoltatore in spazi vuoti lontani. Castore Vs Polluce, dopo un apertura in stile Sonic Youth anni 2000, emerge come un romantico sussurro che cresce fino a farsi urlo allucinato e disperato. Avenue è una nenia al ralenti infestata da pipistrelli neri, per poi aprirsi radiosa in uno squarcio di sole e affogare in un pozzo senza fondo. Parigi tradisce l’anima elettrica del gruppo e cresce fino ad esplodere come magma schizzato da un vulcano. Al Risveglio è una lunga suite in cui il gruppo mostra tutte le sue sfaccettature, alternando momenti di calma mortale a esplosioni furiose, implodendo in un gracidante finale noise.
Un lavoro di ottima fattura, che testimonia la buona vena di questi Greenhouse Effect. Limando alcuni angoli ancora troppo attaccati a un post-rock tradizionale, la loro musica intensa, a tratti lieve, a tratti dissonante, potrà emergere anche nella penuria del panorama italico e, perché no, internazionale.
Voto: 7
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