Di Marco Loprete
È assolutamente incredibile come un’intellettuale del calibro di Rebecca West (1892 – 1983) sia sconosciuta al grande pubblico. La scrittrice inglese infatti (vero nome Cecily Isabel Fairfield) è stata, oltre che autrice di romanzi memorabili come questo “La famiglia Aubrey”, anche poetessa, saggista, critica letteraria, attrice teatrale, femminista ante-litteram, socialista, suffragetta allo scoppiare del primo conflitto mondiale. Il suo carattere anticonformista e ribelle fece dire di lei all’amica Virginia Woolf: «È un incrocio tra una donna di servizio e una zingara, ma più tenace di un terrier».
Uscito nel 1956, “La famiglia Aubrey” è presumibilmente il capolavoro della West. L’opera racconta delle vicissitudini di una famiglia, gli Aubrey per l’appunto, ed ha un taglio decisamente autobiografico. La prosa della West è assolutamente incantevole e riesce a rendere alla perfezione un ambiente – quello di una famiglia inglese di estrazione sociale medio-bassa che si trova a fare i conti con l’imminente ingresso nel XX secolo – nel quale tutto sembra possibile, compreso il fatto che la casa di una cugina possa essere infestata dai poltergeist.
Memorabili i personaggi dei genitori (il padre, affascinante, fantasioso e sempre impegnato nella difesa delle cause più disparate e la madre, grande pianista che cerca di inculcare nelle tre figlie l’amore per la musica) e delle tre sorelle, tra le quali spicca Rose, alter-ego della scrittrice.
Un romanzo assolutamente unico, che possiede la capacità che solo i grandi libri hanno di immergere totalmente il lettore nel mondo che tratteggia, al punto da renderlo quasi reale. Uno dei migliori titoli di questo 2008.
Link: Editore Mattioli 1885