(Improvvisatore Involontario/Promorama 2008)
Quel che si dice un gran bel lavoro.
Eclettico e
trasversale.
Muove impetuoso da territori jazz, e lungo il
cammino, intercetta ed ingloba forme fra le più
disparate.
Febbrilmente, sfiora territori davisiani,
andature In Opposition (Ferdinand
Richard?), sarabande
d’insieme Liberation
Orchestra, sbuffi blues,
accenni dub e ricerca caracollante.
Il
tutto pestando forte e deciso.
A
questo, va aggiunto l’insignificante particolare che, “V
IV MMV Death Jazz”, è opera (trascinante) di una
fruibilità che sconcerta.
Il trombettista Riccardo
Pittau
e la sua Congregation,
non paiono proprio essere all’esordio discografico.
Difatti,
scorrendo i nomi dei componenti del gruppo, ritroviamo gli Switters
(Vincenzo
Vasi,
Francesco
Cusa e
Gianni
Gebbia),
più la chitarra sarda preparata di Paolo
Angeli;
che ve ne pare?
Il tutto produce, uno dei lavori più
intriganti dell’intera annata.
Di fascino nervoso, notturno e
metropolitano (ma per nulla sciatto e raffazzonato…), “V IV
MMV Death Jazz”, spiazza e sorprende, generando una pratica
reiterata di ascolto che di questi tempi è da accogliere come
una manna.
Se ne accorgeranno presumibilmente in pochi, e magari
quei pochi, questo cd lo dimenticheranno in fretta, sopraffatti
dall’imperante ricerca dell’ultimo trend
possibile.
Grande/Bella/Cazzata.
La classe della Congregation
non si discute, Vasi al basso, voce e theremin, Cusa alla batteria e
alle percussioni, Gebbia al sax, Angeli alla già citata
chitarra sarda preparata, regalano tutta una serie di colpi dati di
taglio, delineando un intrico di spigoli, penombre e danze
accennate.
Brani strepitosi in ordine sparso: il trittico
iniziale, Agonias,
Nieuport
II e
Attittidu.
Un
club chiuso da poco, la notte che spalanca le braccia ad un’altra
notte, fraseggi fiatistici spiraliformi ad indicare la
direzione.
Bosambo,
tribale e ghignante; una iena in pausa alimentare.
Attenzione
Alle Eliche!,
pantano ritualistico screziato di fiati borbottanti.
B
Folk,
marcetta irresistibile, fra Waits
e Primus
fulminante!
Fox
Trottu,
sorniona e sorridente, la Liberation Orchestra da queste parti
qualcosa c’entra.
Joie
De Vivre,
atonalità assortite ed un passo interiore dub stupefatto e
stupefacente (uno dei vertici del cd…).
La dolenza combattiva di
Autumn
In Siberia,
e ancora: l’incedere della sezione ritmica a pupille rivoltate di
Arcano
XIII,
di nuovo una parvenza di dub a covare sotto le ceneri.
Ventisei
bozzetti, veloci e compatti, un’epifania quasi.
Insieme con i
cosci di Prosciutto di Parma e le forme di Parmigiano Reggiano,
dovremmo esportare, proteggendolo con leggi adeguate, anche “V
IV MMV Death Jazz” ed il suo talentuoso autore.
Capiterà
mai?
Come qualcun altro strepitava un tempo: Tifiamo
rivolta…
Bellissimo!
Voto: 8
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