(Cold Blue Music/Fanzines Distribution 2008)
The Webster Cycles” è opera di bellezza rigorosa.
Sei
parti di trombone (eseguite dalla compositrice e performer
J.A.Deane), stratificate via overdubbing, in scie di vapore
luminoso.
Trenta minuti, per un’unica composizione che, come di
consueto in casa Cold Blue, attraversa diverse ipotesi, senza
abbracciarne mai nessuna.
Viaggia troppo in alto il suono Cold
Blue, per essere identificato e afferrato.
Attimi di stasi
beatificante, dove l’ambient ed il jazz, trascolorano nella
contemporanea, e i field recordings, si accompagnano al
minimalismo.
Dove la connessione fra suono, visione, azione
corporea è qualcosa di naturale e congenito.
Ma si è
sempre ben distanti, dal riuscir ad irrigidire, nel vuoto gelido di
una definizione i lavori editi dall’etichetta.
Troppo cangiante
la sua natura.
E la composizione di Steve Peters, con la
sua stimolazione acustica, null’altro può che confermare
questa regola.
Lavoro scritto fra il 1980 ed il 1981,
originariamente concepito per wind instruments e/o voci, “The
Webster Cycles” ci appare in questa edizione per sei tromboni
come dedica affettuosa per il compositore (trombonista) Stuart
Dempster.
Suono vibrante che si produce in sovrapposizioni
tonali armoniche.
Ambienti in espansione, giochi di seduzione e
consapevole passione.
Nel bio-accumulo fra dodicesimo e
tredicesimo minuto, nel baluginare di un riverbero infinito, si svela
il cuore nero dell’opera.
Ed è un morso feroce, un
sussulto, un contorcersi.
Un ascoltar trafitto di peli che si
rizzano al cospetto di un lampo.
Il suono continua a scorrere, il
paesaggio circostante rimane immutato.
Negli angoli bui filtra la
luce, la polvere balla leggera.
Giunti al termine, il repeat mode
apparirà soluzione obbligatoria.
Voto: 8
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