(Wallace Records/Audioglobe 2008)
La quinta uscita degli avanguardistici split album della linea “Phonometak Series” targati Wallace Records dà spazio stavolta ai newyorchesi Talibam! e ai fiorentini Jealousy Party. Due gruppi accomunati dalla stessa tendenza a un’improvvisazione di stampo jazzistico incastonata su ritmiche furibonde, di difficile accessibilità per un orecchio poco disposto ad osare. Ma mentre da un lato il duo americano segue una scia noise che tiene vivo il ricordo del rock, l’ensemble nostrana maneggia con cura un free-jazz venato di funky e vagiti etnici.
Ad aprire questo dischetto c’è la lunga suite (quasi 13 minuti) dei Talibam! del batterista Kevin Shea (già negli Storm & Stress con Ian Williams, anima degli ormai celebratissimi Battles). Set In A Disparate Wilderness Of Cosmetic Conclusions è un cataclisma sonico a base di suoni sintetici distorti e una ritmica granitica e indiavolata. Un inestricabile groviglio di pattern rumoristici che emergono, si trasfigurano e spariscono per lasciar spazio a nuove creature sferraglianti. Dopo un’apertura debordante e allucinata, l’incedere si fa via via più greve e psicotico, assottigliandosi fino a sparire in un piccolo ticchettio.
Seguono le due tracce dei Jealousy Party: prima Devont Church Going Family, un finimondo di ghirigori che si richiamano l’un l’altro guidati da fiati frenetici a creare una coralità frammentata in continua ebollizione; un circo jazz popolato di un’infinita varietà di animali. Poi Castrado, pandemonio che frulla bossa nova, vocalismi pattoniani e virtuosismi chitarristici di eco funky che deraglia in un finale al fulmicotone.
Un accoppiata non omogenea ma ben amalgamata, che mostra due possibili declinazioni dei verbi rock e jazz, fondendoli in una forma nuova ed assolutamente originale. Speriamo che l’etichetta milanese (in collaborazione con Xabier Iriondo e la sua Sound Metak) continui a dar spazio a questi progetti.
Voto: 8
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