Di Marco Loprete
L’eccentricità in campo artistico talvolta paga, ma non sempre. E questo perché occorre che l’Autore riesca a trovare il giusto compromesso tra le “stranezze” che la sua fantasia gli suggerisce e la necessità di non cadere nella stancante iterazione di caratteri e situazioni.
E’ esattamente questo equilibrio che manca, ahinoi, in questo romanzo di Salvador Plasciencia. Lo scrittore messicano, nato a Guadalajara nel 1976 e qui al suo debutto letterario, tratteggia la storia di una serie di personaggi (una donna di carta, un uomo abbandonato dalla moglie che ingaggia assieme alla figlia e ad uno sparuto gruppo di guerriglieri una battaglia contro Saturno, il piccolo Nostradamus, un giovane Rita Heyworth, lottatori di wrestling e tartarughe meccaniche) che non riesce ad impressionare né per la qualità della scrittura (non scadente – affatto – ma neppure particolarmente fantasiosa), né per la costruzione, basata sul prevedibile “intreccio di destini”.
Dove voglia andare a parare il buon Plasciencia non è dato sapere. Il risultato, comunque, è quello di indurre il lettore a sperare di terminare il libro al più presto per passare ad altro.
Link: Editore Fandangolibri, 2008