(Autoproduzione 2008)
1) And The Stars Will Fall
2) Acklar
3) We Get Too Time
4) Dark Angel
5) Bye
6) Z.T.L.
7) Vici
8) Ride O fMonks
9) Origin Point
10) Starfalls
Districatosi, evacuato, fuggito o momentaneamente sdoppiatosi, Kevlar (Andrea Freschi) si concede note e tempi armonizzati per il suo primo e personalissimo album da solista, senza la coralità di una band.
Lascia per un attimo la chitarra dei Disappearing one, progetto nel quale è tutt’ora impegnato con alcune date live, e ci concede ‘Starfalls’.
L’intro è un’accoglienza carica d’attesa, nessun picco e tanti punti sospensivi. Il passaggio alla seconda traccia è imposto dal pugno suadente del basso. Acklar lascia che il giro di basso si ripeta, poi la batteria s’introduce, senza apparire plasticosa, seppur meccanicamente elettronica. Dalla ritmica alla distorsione della chitarra, che getta acidità electro al brano, ma è il giro del basso ad impregnare ancora l’ascolto.
L’acidità intromessasi in Acklar si allunga in We get too time, nella quale s’interrompe il filo della melodia orecchiabile (filo che s’avviluppa lungo tutto l’album), puntando nettamente all’atmosfera d’isteria rock, che sovrasta il sottofondo elettronico. Dark angel sancisce il brano con l’apertura di beat più soddisfacenti per gli amanti dell’ Headbanging. Dark angel abbraccia a pieno i tratti dell’elettronica, strizzando l’occhio ai primi Massive Attack. Bye, Z.T.L. e Vici ammorbidiscono gl’impulsi acid-rock con armonie rilassanti ed accomodanti. Per quel che riguarda le pretese ambient e lo sgocciolamento di suoni rilassanti, sono senza dubbio le più indovinate e sono anche le tracce che più segnano l’influenza di Kaki King sul percorso di Kevlar. Z.T.L. si congeda con una chitarra dal sapore jazz, s’intravede una buona tecnica, che non s’inoltra in fastidiosi virtuosismi.
In Ride of monks torna a bussare l’elettronica frenetica, suoni che compaiono, s’intrecciano e scompaiono, con l’onnipresenza del rassicurante giro di basso.
La chiusura dell’album è affidata a due pezzi che si annodano in arpeggi acustici. Origin point tocca il calore che la musica strumentale riesce a possedere, un ottimo gusto nei suoi passaggi e nei suoi inseguimenti melodiosi.
La fine arriva con Starfalls. Si resta in compagnia di toni soffici, il giro acustico qui però non s’impone, resta sommerso nella delicatezza dei suoni. In questi brani così carichi di emotività forse l’inserimento di un cantato, poteva rendere l’atmosfera ancora più familiare e colma di tepore.
I timpani riescono a dividere l’album in tre fasi d’ascolto:
I, nella quale vige l’apertura di beat trainanti; II, nella quale si miscela la melodia strumentale all’ambient rappacificatore; III, nella quale ci si lascia cullare dall’arpeggio strumentale con reminiscenze elettroniche.
‘Starfalls’, un album che non presenta impurità e che scalfisce con tratti quasi definitivi la personalità musicale di Kevlar.
L’album si può scaricare gratuitamente dal seguente link:
http://www.archive.org/download/Starfalls/Starfalls_vbr_mp3.zip
Voto: 8
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Autore: lorenzogiroffi@hotmail.it