(Distile Records 2008)
Estremamente eclettici ed umorali questi quattro ragazzi di Sacramento riescono a realizzare innesti tra i generi più disparati. Tecnicamente sono ineccepibili, ma non autorefernziali, anche se molti brani ruotano attorno al prog. La loro voglia di sperimentare, infatti, li porta all’altro capo dello stesso prog: l’hardcore. L’unico limite di questo lavoro è il legame troppo evidente con i Mars Volta, soprattutto per il cantato. I brani molto spesso cambiano registro stilistico e rispecchiano le varie anime del gruppo, dato che riescono a far convivere i Mars Volta con i volteggi math dei Don Caballero e con le improvvisate svisate di Frank Zappa. Provate ad ascoltare con la dovuta attenzione There is no such thing as organized crime dove la cavalcata free jazz si dà il cambio ad un crossover metal dal sapore zappiano. Altri grandi riferimenti sono il post rock, grazie agli ipnotici riff di 22435 e il postcore vicino ai Fugazi, come emerge nei volteggi chitarristici di We write the next chapter o nel cantato di I just didn’t tell you. Ottimo lavoro per questi quattro californiani che hanno saggiamente deciso di dare una ventata di aria fresca all’indie rock.
Voto: 8
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