(U.d.u. Records 2008)
I Droning Maud sono un quintetto laziale attivo dal 2006, con partecipazioni a festival e concorsi su e giù per lo stivale. Questo “The World Of Make Believe” presenta in 7 tracce il mondo dei cinque reatini: un indie-rock semplice e orecchiabile che a tratti guarda alla new wave inglese.
Call To Arms apre l’ep con sonorità debitrici di certi Interpol. Bijou fa il paio con la conclusiva When You Keep Them All Together nel fare l’occhiolino guardandoti sorniona da sotto il vestitino a-là Arctic Monkeys. Usual Old Box accenna fremiti industriali e ritmica sincopata, attirandosi le simpatie degli ultimi dEUS. Il punto più alto del disco è senza dubbio No Sooner Said Than Done, che aggiorna agli anni duemila le tensioni dolcemente dark degli Echo & The Bunnymen. In The Beginning Was The End e la successiva This List Is Subject To Change invece scendono mestamente verso un pop-rock scialbo e senza piglio.
Un disco che non convince, pescando qua e là senza mettere dentro niente di originale né graffiare con cattiveria. Confusionario e arraffato.
Voto: 4
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